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Nomine Rai, Conte infuriato: “M5S mai più sulla Tv di Stato”

L'ex premier, leader dei pentastellati, si scaglia contro le decisioni dell'ad Carlo Fuortes e rievoca la lottizzazione, tutt'altro che archiviata

Il Movimento Cinque Stelle non parteciperà più, con i suoi esponenti, a trasmissioni sui canali Rai. Ad annunciare l’iniziativa di protesta è il presidente pentastellato Giuseppe Conte. L’ex premier è infuriato con l’amministratore delegato Carlo Fuortes a causa delle nomine ai vertici dei telegiornali pubblici nazionali rese note oggi 17 novembre.

Rai, le nomine

L’ex presidente Rai Monica Maggioni andrà a dirigere il Tg1 (per la prima volta una donna). Gennaro Sangiuliano resterà al Tg2, mentre Simona Sala lascerà il Giornale Radio, alla cui guida viene dirottato Andrea Vianello, per sedere sulla tolda del Tg3 al posto di Mario Orfeo. Quest’ultimo prenderà la direzione del genere Approfondimenti giornalistici. Rainews va a Paolo Petrecca, in quota Fratelli d’Italia. Antonio Preziosi rimane a RaiParlamento. Allo Sport promossa Alessandra De Stefano. Restano al momento senza incarico l’ex direttore del Tg1 Giuseppe Carboni e il capo di RaiSport Auro Bulbarelli.

Conte contro Fuortes: “Logica vecchia

Fuortes non libera la Rai dalla politica, ma sceglie scientemente di esautorarne una parte” ha dichiarato Giuseppe Conte. Ovvero, a suo dire, “la più ampia, uccidendo qualsiasi parvenza di pluralismo. Siamo alla definitiva degenerazione del sistema. Bene. Vorrà dire che, a partire da oggi, il Movimento 5 Stelle non farà sentire la sua voce nei canali del servizio pubblico, ma altrove. E continueremo questa battaglia chiedendo il sostegno di tutti i cittadini“.

“La Rai è lottizzata come nel passato”

A noi piace parlare ai cittadini in modo chiaro – ha quindi sottolineato l’ex premier – le logiche che da tempo guidano il servizio pubblico non ci piacciono, non ci sono mai piaciute. Si chiama lottizzazione politica. Anche noi ci siamo ritrovati prigionieri di questo sistema che abbiamo denunciato molte volte, ma non abbiamo numeri sufficienti per modificarlo come abbiamo già proposto. Un nostro disegno di legge è stato incardinato in Commissione in Senato, per intervenire sulla governance della Rai e liberarla finalmente dall’influenza della politica“.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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