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5 curiosità su Freddie Mercury che non stancano mai

Oggi avrebbe compiuto 75 anni. Ma uno come lui non muore mai

Questo è sempre un giorno giusto per parlare di uno dei più grandi miti del rock e della musica mondiale. 5 curiosità sul king dei frontman, sull’uragano polistrumentista, sul folle che voleva diventare mito e ci è riuscito. 5 curiosità su uno dei più grandi artisti di tutti i tempi. A partire da
“tirolele”, una delle parole chiave più cercate su Google e YouTube accanto al nome di Freddie Mercury, fino a diventare una sorta di buffo titolo alternativo a Living On My Own.

Nato a Zanzibar il 5 settembre 1946 sotto il nome di Farrokh Bulsara, lui che di regalità e marketing ne ha sempre capito più degli altri, all’alba degli anni Settanta ha preso due decisioni che avrebbero segnato la sua vita (e in qualche modo anche la nostra). Da quel momento si sarebbe chiamato Freddie Mercury, e avrebbe fondato una band che doveva ad ogni costo diventare leggendaria: i Queen.

1. I denti

A scuola lo bullizzavano per il suo sorriso, ma nella storia della musica mondiale quei denti hanno rappresentato parte della sua fortuna. O almeno un quid in più. Freddie Mercury è nato infatti con una malformazione che gli è costata quattro denti in più, cresciuti nella parte posteriore della bocca. Oltre al fattore estetico si trattava di una costante pressione sul palato che spingeva in avanti l’intera dentatura, definendo quel ghigno da rockstar che potrebbe appartenere solo a lui.

2. Una voce oggetto di studi scientifici

Di soldi ne ha fatti, Mercury, che si stima sia morto con un patrimonio netto di 50 milioni di dollari. Eppure quei denti non li ha corretti mai: temeva che qualsiasi intervento odontoiatrico potesse infierire sulla sua voce straordinaria. Una paura lecita, visto che parliamo di un’estensione vocale in grado di coprire quattro ottave con il minimo sforzo (al pari di un tenore), caratterizzata da una rara propensione delle corde vocali a muoversi più rapidamente della media. Insomma, un dono così unico che vivere con il terrore di perderlo è quasi inevitabile.

Difficile addentrarsi in un discorso tecnico esaustivo, dal momento che per spiegare la rarità di una voce come la sua, anche la scienza ha dovuto avanzato degli studi. Ad occuparsene è stato il medico austriaco Christian Herbst, esperto di voce umana, che ha analizzato il parlato, il vibrato e le subarmoniche del leader dei Queen. Nella sua ricerca si è interrogato in particolare su quello che succedeva nella laringe di Freddie. Oltre ai denti, all’intonazione e all’estensione vocale, per Herbst il vero ‘segreto’ di Mercury era nella sua abilità a “modificare la conformazione laringea alle proprie esigenze musicali”, ha spiegato alla BBC. Se gli venisse naturale o se fosse il risultato di un ferreo allenamento, però, neanche la scienza è riuscita a spiegarlo.

3. A letto con il pianoforte

Cantava nudo, telefonava ai suoi gatti quando era in tour e aveva riempito casa di opere d’arte in modo quasi compulsivo. Purché fosse circondato da bellezza, tutto valeva per Freddie Mercury. Non stupisce dunque che come testiera del letto utilizzasse un pianoforte. Un vezzo estetico ma anche la necessità di avere a portata di mano lo strumento, per assecondare qualsiasi ispirazione improvvisa. Ed è così che imparò a suonare anche da sdraiato e perfino sottosopra. Canzoni nate nel cuore della notte o all’alba di un nuovo giorno, strascichi di visioni apparse in sogno, scintille afferrate al volo. Come quella volta che si tirò su dal letto e iniziò un giro di piano, chiedendo alla fidanzata Mary Austin, che gli dormiva accanto, cosa le pareva di quel brano appena abbozzato. Era il primo accenno di Bohemian Rhapsody.

4. Bohemian Rhapsody

Un brano folle e impensabile per il 1975, lunghissimo, strutturalmente complesso e articolato in cinque parti, il tutto curato in ogni dettaglio dallo stesso Mercury. Settimane di registrazioni e messa a punto maniacale, al Rockfield Studio 1. Eppure, stando ai racconti di Chris Smith (tastierista degli Smile che molto ebbe a che fare con l’esordio di Freddie), Bohemian Rhapsody ebbe una gestazione ancora più imponente. Bisogna tornare indietro negli anni Sessanta, prima dei Queen. All’epoca Mercury lavorava a tre brani diversi accompagnandosi con il piano. Uno di questi portava il titolo provvisorio di The Cowboy Song, e recitava proprio: “Mama… Just killed a man”. Il famoso attacco della seconda strofa di Bohemian Rhapsody.

5. A proposito degli Smile

C’è un prima e un dopo i Queen. Il prima (e siamo ancora negli anni Sessanta) vedeva Mercury studiare arte e bazzicare in una band di Liverpool, mentre il chitarrista Brian May e il batterista Roger Taylor suonavano negli Smile, band rock inglese piuttosto nota che, tra l’altro, suonò come supporto ai concerti dei Pink Floyd e degli Yes. Leggenda narra che un giorno, per caso, Freddie fu invitato a salire sul palco durante un concerto degli Smile. E che morta una band se ne fece un’altra. Dall’incontro imprevisto tra Mercury e gli Smile, infatti, una vocina nella testa di Freddie iniziò a prendere forma. All’epoca May e Taylor facevano i conti con il flop del loro esordio, e quel tale Farrokh Bulsara, che di lì a poco avrebbe cambiato nome in Freddie Mercury, gli propose un’alternativa facile. Perché non creare una nuova band e chiamarla Queen? “È soltanto un nome, ma è molto regale e ha un suono splendido. È un nome forte, molto universale e immediato”. Dio, se lo era.

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