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Governo Draghi, Durigon si dimette da sottosegretario: “Sul ‘Parco Mussolini’ ho sbagliato”

La decisione dopo un incontro con Salvini. Durigon aveva auspicato che il Parco comunale Falcone e Borsellino di Latina tornasse a essere intitolato ad Arnaldo Mussolini

Ho deciso di dimettermi dal mio incarico di governo che ho sempre svolto con massimo impegno, orgoglio e serietà“. Così, in una lettera diffusa dalla Lega, il suo partito, il sottosegretario all’Economia, Claudio Durigon, ha comunicato di essersi dimesso. La decisione è arrivata a seguito di un incontro, il 26 agosto, fra lo stesso Durigon e il leader leghista Matteo Salvini.

La polemica sul “Parco Mussolini”

Una decisione presa, ha scritto l’ex sottosegretario, “per uscire da una polemica che sta portando a calpestare tutti i valori in cui credo“. Di più, insiste Durigon. A suo dire si è svilita e denigrata “la mia memoria affettiva” e si è snaturato “il ricordo di ciò che fecero i miei familiari proprio secondo quello spirito di comunità di cui oggi si avverte un rinnovato bisogno“. Nelle settimane scorse, infatti, da sottosegretario all’Economia del Governo Draghi, Durigon era finito al centro di durissime polemiche, anche sui social media. Nel corso di un incontro politico con Salvini a Latina, la sua città, aveva auspicato che il Parco comunale Falcone e Borsellino tornasse a essere intitolato ad Arnaldo Mussolini, fratello minore del duce. La questione ha messo in oggettivo imbarazzo lo stesso premier Draghi.

Durigon: “Non sono mai stato fascista”

Un processo di comunicazione si valuta non in base alle intenzioni di chi comunica – ha scritto ora Durigon nelle lettera di dimissioni – ma al risultato ottenuto su chi riceve il messaggio. È chiaro che, nella mia proposta toponomastica sul parco comunale di Latina, pur in assoluta buona fede, ho commesso degli errori. Di questo mi dispiaccio e, pronto a pagarne il prezzo, soprattutto mi scuso. Mi dispiace che mi sia stata attribuita un’identità fascista, nella quale non mi riconosco in alcun modo. Non sono, e non sono mai stato, fascista. E, più in generale, sono e sarò sempre contro ogni dittatura e ogni ideologia totalitaria, di destra o di sinistra: sono cresciuto in una famiglia che aveva come bussola i valori cristiani.”

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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