L’Italia alle prese con la quarta ondata della pandemia di Covid torna al voto. Sono chiamati a recarsi alle urne oltre 12 milioni di cittadini domenica 3 e lunedì 4 ottobre 2021. In ballo c’è l’elezione delle amministrative:  i sindaci di 1.162 Comuni da Nord a Sud del nostro Paese, un ottavo circa del totale. La ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha firmato il decreto che stabilisce la data delle elezioni amministrative comunali a cui si aggiungeranno quelle di Regioni a statuto speciale come il Friuli Venezia Giulia. L’eventuale turno di ballottaggio per l’elezione diretta dei sindaci è previsto domenica 17 e lunedì 18 ottobre.

La battaglia di Roma (e non solo) alle elezioni amministrative

Resta aperta la partita sulla data per le regionali, laddove è previsto il ritorno ai seggi: è il caso di Sicilia e Calabria. Probabile, questo punto, un election day che comprenda quindi anche le amministrative. Come detto, in tutta Italia i Comuni coinvolti saranno 1.162, tra i quali 18 capoluoghi di provincia. Le sfide clou? Quelle tra i candidati alla poltrona di sindaco di Torino, Milano, Bologna, Roma e Napoli. Urne aperte, inoltre, in 9 Comuni sciolti per fenomeni di condizionamento e infiltrazione di tipo mafioso.

Il compromesso sulla data

Prende forma, quindi, il calendario dell’ ‘autunno caldo’ per il rinnovo dei vertici amministrativi locali. Un tema che nelle ultime settimane aveva diviso la maggioranza parlamentare. La finestra elettorale era ristretta: dal 15 settembre al 15 ottobre, come deliberato dalle Camere. Il Pd aveva spinto per anticipare le urne mettendo al riparo le elezioni dal rischio Covid: un’idea che per i vertici del Pd era dettata dalla prudenza di fronte al rapido aumento dei contagi per la variante Delta. E per evitare quindi l’eventualità di ulteriori slittamenti, considerando che il rinnovo dei consigli comunali arriverà già con cinque mesi di ritardo. In direzione opposta era andato il leader della Lega, Matteo Salvini, che a margine di un incontro con il premier Mario Draghi aveva spinto per il 10 ottobre con l’obiettivo di scongiurare “il rischio di liste a ferragosto“. Adesso il decreto del Viminale ha chiuso la questione e la data del voto è esattamente a metà strada fra il 15 settembre e il 15 ottobre.

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