La variante Delta corre veloce in tutti i paesi e si fa sempre più forte l’idea di una terza dose di vaccino. In Norvegia la ricerca ha svolto un’indagine approfondita su un massiccio gruppo di volontari. In migliaia hanno aderito alla sperimentazione della terza dose nei soggetti immunodepressi.

Variante Delta, si insiste sull’ipotesi terza dose

Le nazioni di tutto il mondo sono alle prese con la variante Delta che rischia di imporre nuove chiusure e restrizioni. Una soluzione determinante deriva dalla vaccinazione e si parla di una terza dose in primis riservata agli immunodepressi. Proprio i soggetti con difese immunitarie ridotte, infatti, risentono maggiormente degli effetti negativi del Covid-19 e sono classificate come le più a rischio. Per questo motivo ben 16mila persone in Norvegia hanno aderito ad un nuovo studio che mira a studiare l’efficacia del vaccino in due o tre dosi soprattutto nei soggetti fragili. I vaccini testati sono Pfizer e Moderna e il fine dello studio è di trovare la risposta immunitaria per questo gruppo. L’obiettivo secondario è quello di capire in che misura i farmaci immunosoppressori possano influenzare le reazioni immunitarie in seguito al vaccino.

I numeri della vaccinazione in Italia: il 41.9% ha completato la vaccinazione

Come ricordato dalle autorità e dai virologi, la vaccinazione è l’unica arma utile per combattere l’avanzare della variante Delta. Stando agli ultimi dati aggiornati, in Italia solamente il 41,9% della popolazione (24.801.699 persone) ha ricevuto tutte le dosi di vaccino, mentre il 15,5% ha ricevuto soltanto la prima dose. In totale, considerando anche il monodose e i pre-infettati che hanno ricevuto una dose, si stima che il 59,5% della popolazione italiana sia parzialmente protetto grazie alla vaccinazione. Considerando solo gli over 12, che sono stati eletti come oggetto della campagna vaccinale, la percentuale di soggetti che risultano almeno parzialmente protetti è del 67,5% mentre il 46,4% risulta aver completato la vaccinazione.

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