Ieri, giovedì 8 luglio, il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità gli emendamenti al disegno di legge che va a delegare al Governo la riforma della Giustizia, uno dei temi principali dell’ agenda della ministra Marta Cartabia. Il CDM ha deliberato su una delle riforme fondamentali affinché l’Italia possa ottenere i finanziamenti europei del Recovery Fund; da sempre per Bruxelles i tempi della giustizia italiana sono considerati troppo lunghi. L’approvazione di questa riforma era dunque anche la conditio sine qua non per il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

Riforma della giustizia: i punti principali

Tra i punti principali la riforma dei tempi della giustizia penale. La nuova riforma che rivede e modifica la “Spazzacorrotti” dell’ex ministro Bonafede, non prevede cambiamenti sulla prescrizione, ma vengono introdotti tempi improrogabili, superati i quali scatta l’improcedibilità; in breve, se i tempi vengono superati, il processo non può più procedere. Sono previsti due anni per il processo d’Appello e un anno per quello in Cassazione. Va però sottolineato che per reati gravi, tra cui mafia, violenza sessuale e terrorismo, si applicheranno delle eccezioni. Si va verso una proroga e quindi si passa a tre anni per l’Appello e a un anno e mezzo per la Cassazione. Il limite temporale imposto va quindi anche in contro alle esigenze e le richieste dell’Europa; questo il motivo per cui il Movimento 5 stelle, da sempre contrario alla riforma, ha comunque dato il proprio assenso a procedere.