Bruxelles risponde a Victor Orbán. Vera Jourova, la vice presidente della Commissione europea, ha reso nota l’intenzione dell’Unione Europea di intervenire qualora la legge che vieta la rappresentazione dell’omosessualità non venga ritirata. “Ci aspettiamo una risposta dal governo ungherese, preferibilmente l’annuncio che la legge non entrerà in vigore, ma se la risposta non sarà soddisfacente non esiteremo ad andare avanti nel processo e ciò potrebbe portare alla Corte europea di giustizia e anche a sanzioni economiche“. In un secondo momento ha aggiunto: “Abbiamo già inviato una lettera alle autorità ungheresi, secondo noi la legge discrimina le persone in base al loro orientamento sessuale e viola la libertà di espressione“. Un chiaro avvertimento a cui Orbán non ha ancora replicato. Tuttavia, attenendosi alle parole della scorsa settimana del leader ungherese, sembra che la questione non sarà di facile risoluzione.

Victor Orbán: “Ho lottato per i diritti dei gay, questa è una legge a tutela della famiglia”

Lo scorso 24 giugno, in occasione del vertice Europeo, Victor Orbán ai giornalisti presenti ha spiegato l’intento della legge contro la comunità LGBT+. “Non abbiamo una legge contro l’omosessualità in Ungheria – ha voluto mettere in chiaro – abbiamo una legge che difende genitori e bambini. È sempre meglio leggere prima e poi reagire. Ho lottato per la libertà sotto il regime comunista, anche per i diritti gay“. Successivamente si è reso disponibile a qualsiasi tipo di confronto, ma ha anche sottolineato che la legge non verrà ritirata: “E’ già in vigore. Io sono un combattente dei diritti, quindi io difendo i diritti delle persone omosessuali. Ma questa legge non riguarda questo, riguarda il diritto dei bambini e dei genitori“.

L’Unione Europea aveva già preso provvedimenti a riguardo, ancor prima che Jourova potesse nuovamente redarguire Orbán sul tema. I commissari Didier Reynders e Thierry Breton, su indicazione della presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, hanno scritto una lettera politica, il cui destinatario era Judit Varga, ministra della giustizia ungherese. Si richiedeva una risposta entro una settimana; c’è stato invece solo silenzio che ha quindi prodotto l’intervento della vice presidente Vera Jourova delle ultime ore.