Raggiunta un’intesa in extremis, prima del Consiglio dei ministri di oggi 30 giugno, sul blocco-sblocco dei licenziamenti fra Governo e parti sociali. Il premier Mario Draghi col ministro del Lavoro Andrea Orlando da una parte, Cgil, Cisl, Uil e Confindustria dall’altra, hanno siglato un ‘avviso comune’.

Un tavolo permanente

Il documento prevede un impegno da parte delle imprese a utilizzare tutti gli ammortizzatori sociali esistenti prima di ricorrere ai licenziamenti dei lavoratori. Si apre anche un tavolo permanente di confronto per monitorare l’andamento occupazionale in questa fase di ripresa delle attività post Covid-19. Le norme non cambieranno, a questo punto, e al Consiglio dei ministri andrà in approvazione il decreto che conferma il blocco solo per il settore tessile, per quello della moda e per il calzaturiero. Ma c’è un impegno ad utilizzare in ogni caso, per tutti, le 13 settimane di cassa integrazione ordinaria disponibili.

Sei ore di trattativa

Il risultato dell’ultima mediazione possibile voluta dal Governo Draghi arriva dopo ben sei ore di trattativa. L’incontro era cominciato con posizioni molto distanti e con i sindacati pronti a mobilitarsi. Alla fine ha prevalso la volontà di tutte le parti in gioco di trovare un compromesso per evitare la rottura. Il risultato è in una nota, condivisa, di 10 righe. “Le parti sociali alla luce della soluzione proposta dal Governo sul superamento del blocco dei licenziamenti – è scritto nel testo – si impegnano a raccomandare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali che la legislazione vigente e il decreto legge in approvazione prevedono, in alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro. Auspicano e si impegnano, sulla base di principi condivisi, ad una pronta e rapida conclusione della riforma degli ammortizzatori sociali, all’avvio delle politiche attive e dei processi di formazione permanente e continua“.

Soddisfazione di tutti, basterà?

L’accordo sul tema del blocco dei licenziamenti “è un segnale importante”, dicono Cgil, Cisl e Uil dopo la riunione a Palazzo Chigi. “Un risultato che risponde alla mobilitazione che c’è stata sabato, l’unità sindacale lo ha prodotto” chiosa il capo della Cgil, Maurizio Landini. “Così si dà risposta alle tante persone che avevano preoccupazioni”, sottolinea il segretario generale Uil Pierpaolo Bombardieri. Per il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, “con l’accordo si rafforza quel dialogo sociale che abbiamo sempre promosso e che consente di avere più strumenti per lavoratori e imprese per gestire le crisi“. Potenzialmente sono decine di migliaia i posti di lavoro a rischio licenziamenti in Italia. L’accordo fra Governo e parti sociali ha lo scopo di evitare tutto questo, o quantomeno di depotenziarne il più possibile le conseguenze, grazie al ricorso agli ammortizzatori sociali. Di certo, sebbene selettivo – cioè soltanto per alcuni settori -, il blocco dei licenziamenti resterà ancora fino a fine ottobre. Nelle aspettative di molti, imprenditori e istituzioni, i fondi europei del Recovery saranno l’altro pilastro per evitare l’esplodere di un autunno caldo.

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