Da domani 1° luglio sarà attivo il Green pass europeo. Si tratta della certificazione che semplificherà gli spostamenti per tutti i paesi della UE e per l’area Schegen. Il certificato sarà rilasciato a seguito della vaccinazione, a chi risulta essere negativo a tampone rapido o molecolare e a chi è guarito dal Covid, e dunque ha sviluppato gli anticorpi. Il Green Pass è dotato di un QR Code che ne attesta la validità. Sarà possibile esibirlo sia in formato digitale, sia cartaceo; se non rilasciato direttamente, è necessario fare richiesta e attendere che venga emesso e inviato dal ministero della Salute.

Green Pass europeo: rischio variante Delta e hackeraggio del QR Code

A mettere a repentaglio il corretto funzionamento del nuovo processo ideato per gli spostamenti sono due fattori: il primo riguarda la diffusione della variante Delta del Covid, la seconda, invece, il QR Code. In merito alla nuova variante, che ha costretto città come Sydney a un nuovo lockdown, alcuni paesi come la Germania hanno preferito porre limitazioni e disporre il divieto di ingresso per coloro che arrivano da paesi – come il Portogallo – in cui la nuova variante è dominante tra i contagi. Si tratta di una decisione che non incontra il favore del Consiglio Europeo, che invece ha sottolineato l’importanza di favorire gli spostamenti per chi è in possesso del certificato. È stato anche ribadito come il Green Pass nasca anche per agevolare il ricongiungimento delle famiglie. In merito, Christian Wigand, portavoce della Commissione Europea per la Giustizia, ha dichiarato: “Gli stati membri devono applicare la raccomandazione il prima possibile. In particolare, devono assicurare le esenzioni per le persone pienamente vaccinate e per quelle guarite, per favorire i ricongiungimenti familiari. Questo dovrebbe essere fatto entro il primo luglio. Dobbiamo naturalmente – ha aggiunto – rimanere vigili sulla variante Delta e non dimenticare che il coordinamento è essenziale“.

Un secondo fattore che desta preoccupazione è il QR Code. Il codice potrebbe essere facile preda dei cybercriminali. A sottolinearlo è stata l’analisi sull’evoluzione degli attacchi phishing realizzata da Innovery. Il 2020 è stato l’anno in cui si sono registrati numerosi attacchi, si calcola infatti un incremento del 40% rispetto agli anni precedenti. Motivo per cui si sconsiglia vivamente di condividerlo sui social in maniera leggibile.