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Vedere film horror può aiutare la nostra psicologia: ecco perché

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Cosa c’è di meglio del portare avanti una passione sfrenata per il cinema e nel contempo aiutare il nostro cervello a superare un trauma emotivo? In effetti conciliare queste due variabili, di primo acchito, potrebbe sembrare quantomeno azzardato. In realtà quella appena citata altro non è che una vera e propria teoria scientifica portata avanti dalla dottoressa Morgan Podraza della Ohio State University. La sua ricerca si incentra prettamente sul genere horror, la cui peculiarità è chiaramente quella di far provare allo spettatore una sensazione di paura. Bene, secondo la sua idea accademica, pubblicata tra le altre cose sulle pagine di Horror Studies, il sentimento provato di fronte al grande schermo aiuterebbe le persone a superare dei drammi psicologici avvenuti nell’arco della vita reale.

Ciò, nella maggior parte dei casi, avviene a livello inconscio. Secondo quanto riportato sulle pagine di questo interessantissimo lavoro, lo spettatore finirebbe per immedesimarsi a tal punto nei panni del protagonista di un film horror che questa visione potrebbe avere dei risvolti benefici sulla sua psicologia. Ma lo studio va ancora più a fondo in questo senso: vediamo come.

Final Girl ed effetto terapeutico

In effetti la ricerca si incentra soprattutto sul concetto di “Final Girl“. Si definisce in questo modo il personaggio femminile appartenente prettamente al sottogenere slasher dei film horror, capace, nella maggior parte dei casi, di sfuggire all’ira del killer e talvolta addirittura di ucciderlo.

La dottoressa Podraza ha le idee piuttosto chiare in merito. La “Final Girl” è capace di superare il proprio trauma, generando nella mente dello spettatore una sensazione di speranza e di rivalsa nei confronti di quest’ultimo. Il suo lavoro si basa soprattutto sull’analisi di “Halloween(1978) di John Carpenter. In questo caso la giovane Laurie Strode (Jamie Lee Curtis) mette in atto proprio la suddetta vicissitudine. Questa è capace di sfuggire al terribile destino che il killer Michael Myers aveva in serbo per lei. Insomma, vedere come la protagonista di un film horror sia capace di superare il proprio disagio, può avere un effetto terapeutico su chiunque abbia vissuto un’esperienza traumatica nella vita reale.

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Guglielmo Allochis

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