L’Italia va verso le riaperture anticipate al 26 aprile. Ma gli esperti avvertono: “Non è un libera tutti”. È presto, cioè, per togliere il coprifuoco notturno che scatta dalle 22. Il Covid è tutt’altro che sconfitto. Al tempo stesso dalla road map delle riaperture non si torna indietro. E da oggi 18 aprile in Israele via l’obbligo di mascherine all’aperto: una decisione storica che proietta il Paese oltre la pandemia.
I numeri – sottolinea il sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri intervistato dalla Stampa – non sono ancora così buoni da abbattere le restrizioni. Presto, dunque, per togliere il coprifuoco. Ma è fiducioso e assicura che le riaperture sono “irreversibili: non dovremo più temere di dover chiudere”. Visto che la campagna vaccinale avanza. Sileri invita a non correre sul coprifuoco e aggiunge che portare l’Rt di molto sotto lo 0,8 permetterà alleggerimenti. Ma ora l’incidenza nei contagi è ancora alta.
Tre le possibilità per ottenere il pass di cui lo stesso premier Draghi ha parlato in conferenza stampa nei giorni scorsi (servirà per gli spostamenti fra regioni e per partecipare agli eventi). Primo: la vaccinazione. Secondo: un tampone nelle ultime 48 ore. Terzo: l’aver avuto il covid nei sei mesi precedenti. Nel momento in cui si allenta, è normale che l’epidemia possa ripartire e un rischio riaperture c’è, ma abbiamo un sistema di allerta precoce per intervenire subito. Lo spiega a Repubblica Gianni Rezza, capo Prevenzione ministero Salute e membro del Cts.
Il rischio accettabile per un epidemiologo è zero – chiarisce Rezza – per un economista può essere 100. E per chi ha dovuto chiudere un’attività è ancora più elevato. “È legittimo che la politica trovi una sintesi”, dice, e saranno cruciali le due-tre settimane successive. Poi fa sapere che potrebbero avere via libera rapidamente i test salivari: “sono affidabili ormai quanto il tampone”.
Sull’altra sponda del Mediterraneo, Israele dà l’addio alla mascherina all’aperto. Da oggi 18 aprile non è più obbligatorio indossarla all’esterno, mentre resta la norma per gli spazi al chiuso. La decisione è stata presa nei giorni scorsi dal ministero della Sanità. D’intesa con gli esperti in base ai risultati della campagna vaccinale che hanno portato ad un drastico calo di tutti i segni della pandemia.
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