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Maria Callas, chi era la più grande cantante lirica della storia

Maria Callas al culmine della carriera divenne anche un’icona di stile, femminilità ed eleganza

Maria Callas, al secolo Maria Anna Sofia Cecilia Kalogheropoulos. Era nata il 2 dicembre 1923 a New York da genitori greci. Si dice che nella musica del XX secolo esistano un prima Toscanini e un dopo Toscanini. Allo stesso modo ci sono «il prima Callas e il dopo Callas» disse Franco Zeffirelli, regista di prestigiose prime alla Scala, tanta è l’importanza di Maria Callas.  Nata da un farmacista greco immigrato a New York, Maria Callas dimostrò il suo talento fin da bambina e i genitori – in particolare la madre – le imposero una vita di sacrifici: «fu sfruttata come un enfant prodige; non visse l’infanzia, come non visse la giovinezza. Ecco perché si bruciò in questo suo desiderio finalmente realizzato di follia, di divertimento, con Aristotele Onassis. Lui le fece vivere quello che lei non aveva mai provato prima.

Maria Callas per tutta la vita inseguì l’amore e la famiglia che non ebbe mai. E morì a soli 54 anni

Dopo una breve parentesi negli Stati Uniti nel dopoguerra, la Callas si traferì in Italia. Fu qui che ottenne la consacrazione definitiva, grazie a un caso del tutto fortuito: le venne chiesto di sostituire l’indisposta il soprano Margherita Carosio ne I puritani di Vincenzo Bellini. E la sua performance ammaliò tutti. Nel 1951 finalmente venne scritturata dalla Scala di Milano e iniziò il periodo d’oro della sua carriera. Per almeno sei anni, fino al 1957, Maria fu in assoluto il sovrano più stimato in Italia e all’estero. Contemporaneamente, si trasformò anche esteticamente. In due anni, tra il 1952 e il 1954, grazie a una dieta Maria Callas perse 36 chili. Inoltre, prese a modello Audrey Hepburn, che apparentemente sembrava quanto di più distante potesse esserci da lei. Ma fu anche questa trasformazione a permetterle di esprimersi sul palco in maniera inimitabile. Dal 1958 la sua voce iniziò a dare segni di cedimento, insieme anche alla sua psiche, condizionata dalle pressioni e dagli estenuanti tour cui era stata costretta per anni. Gli anni Sessanta furono contrassegnati dalla depressione per problemi soprattutto di natura personale. Il suo ultimo tour fu nel 1973-74. Poi, complice la morte di alcune delle persone più importanti della sua vita, decise di ritirarsi dalle scene.

Aristotele Onassis e la tormentata storia d’amore: l’inizio della fine e la morte

La parabola artistica e personale di Maria Callas iniziò a precipitare nel 1957, quando conobbe l’armatore greco Aristotele Onassis. Tra i due nacque una relazione e la Callas si separò dal marito. Nel 1958 le vicende personali si intrecciarono ad alcune debacle artistiche dovute a un calo della voce e a diverse interruzioni delle sue esibizioni.
Maria Callas continuò ad andare in scena con fortune alterne fino al 1965, ma non resse i continui tradimenti di Onassis che – nel 1968 – le preferì l’ex first lady americana Jackie Kennedy, una “diva” del jet-set. Fu uno scandalo che portò la Callas a nuovi periodi di depressione a cui alternava momenti di sublime eccellenza artistica. Il più grande soprano di sempre morì il 16 settembre 1977, attorno alle 13.30. Come causa del decesso fu indicato un arresto cardiaco, ma voci insistenti in quegli anni parlarono di suicidio. Stando alla versione ufficiale, comunque a indebolire il suo cuore fu una grave disfunzione ghiandolare e il drastico dimagrimento degli anni passati. Inoltre, da tempo la Callas era insonne e aveva iniziato a far uso di dosi massicce di Mandrax.

Maria Callas icona di stile ed eleganza

Maria Callas, che al culmine della sua carriera divenne anche un’icona di stile, femminilità ed eleganza, era una fedelissima cliente Chanel e amava indossare l’altrettanto iconico profumo della maison francese, il sempreverde Chanel n5. Ma la cantante amava anche un’altra fragranza che probabilmente parlava al suo cuore, perché indossata da un uomo a cui la legava una profonda stima e amicizia, Luchino ViscontiHammam Bouquet di Penhaligon’s. Il regista la diresse ne La Sonnambula di Bellini nel 1955: in quell’occasione, si racconta, Maria Callas chiese che la colonia fosse spruzzata in tutto il set.

Il 1951 e il “fatidico incontro” con Maria Callas

Biki non era tipo da lasciarsi travolgere da un evento tragico come quello. Lavorò con ancora maggiore lena, cercando come sempre di intercettare nuove clienti e nuove tendenze. Nel 1950 aprì una sartoria a Zurigo, poi una boutique a Saint Tropez, una a Portofino e una a Milano, in Montenapoleone.
Il 1951 fu un anno straordinario: prima, ci fu il servizio di due pagine dedicato dal settimanale francese Paris Match alla sua collezione primavera-estate – evento rarissimo per una casa di moda non francese – poi, il 7 dicembre, a casa di Wally Toscanini, l’incontro con una giovane cantante, che stava affermandosi sulla scena internazionale. Con grande acume Maria decise di affidarsi totalmente a Biki e, grazie ai suoi abiti e ai suoi consigli, Callas diventò un’icona di stile ed eleganza inimitabile, sancendo definitivamente la fama planetaria della “sarta” di Milano.

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