Fontane di lava e cenere continuano a dare spettacolo sull’Etna dalla notte appena trascorsa. Colano dal cratere sudorientale del vulcano in piena attività ormai dall’inizio dell’anno. Nella nuova attività parossistica (così si chiama in gergo tecnico) del vulcano più alto d’Europa – la 17ª dal 16 febbraio scorso -, la nube eruttiva ha raggiunto un’altezza di circa 9mila metri sul livello del mare. Chiusi tutti gli spazi aerei attorno a Catania e al vulcano. In particolare, è presente un trabocco lavico dall’orlo orientale del cratere di Sud-Est che si espande nella parte alta della Valle del Bove. Da una “bocca” attiva alla base meridionale dello stesso cratere c’è una debole attività esplosiva e l’emissione di una colata che avanza in direzione sud-sud-est, riversandosi nel settore occidentale della Valle del Bove. Il tremore vulcanico durante la notte è rimasto su livelli molto alti.
L’eruzione prosegue anche oggi 1 aprile, con un livello alto di energia. L’Ingv-Oe (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – Osservatorio etneo) di Catania stima che la nube eruttiva emessa dal cratere di sud-est abbia ormai superato i 9.000 metri sul livello del mare. Cenere e lapilli che si dirigono in direzione sud-sud-ovest. Il fenomeno è accompagnato da fontana di lava e violenti boati che si sentono anche da grandi distanze.
Continua anche l’attività effusiva. Il trabocco lavico dall’orlo orientale del cratere di sud-est è ancora alimentato e si riversa nell’alta Valle del Bove. Il fronte avanzato si attesta a circa 2.600 metri sul livello del mare (l’Etna è alto 3.350 metri). La colata che si dirige verso sud-est è anch’essa alimentata e si riversa nella parte occidentale della Valle del Bove con il fronte che ha raggiunto circa quota 2.000 metri. Il flusso lavico che si espande in direzione sud-ovest è alimentato e il fronte sembra attestarsi a circa 2.600 metri sul livello del mare.
In un contesto di questo tipo c’è chi si è avventurato sul vulcano. Gli uomini del Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano (SASS) e del corpo forestale hanno recuperato 7 ragazzi dispersi. A lanciare l’allarme erano stati gli stessi giovani che, al sopraggiungere dell’oscurità avevano perso l’orientamento. I tecnici della stazione Etna Nord del SASS hanno localizzato il gruppo tramite il sistema di rilevamento Sms locator e, attraverso indicazioni telefoniche, li hanno indirizzati verso il rifugio Timparossa. Le squadre d’intervento, raggiunta la zona del rifugio con i mezzi fuoristrada e a piedi nell’ultimo chilometro, a causa del percorso innevato, hanno ritrovato i ragazzi infreddoliti, ma in buone condizioni di salute. Il ritrovamento è avvenuto mentre dal cratere di sud-est era già partito il 17º evento parossistico dell’anno sull’Etna.
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