Jenny De Nucci, 20 anni, 1,3 milioni di follower e una carriera da far invidia. In molti l’hanno notata per la prima volta durante il reality Il Collegio, prima che approdasse al mondo della recitazione in serie tv come Don Matteo e Un passo dal cielo. Ma ciò che probabilmente le riesce meglio è ispirare le persone: parliamo di migliaia di fan che si rivolgono a lei in cerca di consigli e di un confronto. D’altronde vi basterebbe parlare con lei soltanto mezz’ora per capire che è un uragano, una personalità genuina che è riuscita a prendere ciò che di più brutto può esserci e farne un capolavoro.
Giovanissima, Jenny ha a cuore problemi importanti, dal bullismo al catcalling, e non fa mai mancare una parola di incoraggiamento a chi può usare i social per cercare aiuto. Al momento si trova sul set della prossima stagione di Un passo dal cielo, ma ha deciso di ritagliare un momento per condividere con noi di VelvetMag uno spazio in cui parlare di carriera, televisione e di tematiche molto vicine a ciascuno.
Photo credits: Gabriele Di Martino
Parlando del rapporto con quelli che mi seguono, per me i fan e i follower sono una famiglia e a volte rivesto il ruolo di sorella maggiore o minore, perché mi rendo conto di avere la fiducia delle ragazze più piccole ma anche più grandi. Spesso mi fermano per strada, mi chiedono consigli e penso che siano così tanti perché non ho mai un filtro: ciò che porto sui social sono io e non un personaggio. Sui social, ad esempio, c’è l’idealizzazione di una toxic positivity, ma io voglio fare capire che è sbagliato farsi vedere sempre felicissimi, non è giusto da parte di alcuni il voler apparire perfetti e indossare una maschera. Ai miei follower cerco di trasmettere un messaggio: le emozioni non vanno filtrate! Avete un cuore e un cervello e non in tutti i momenti si può provare felicità. Può sembrare un messaggio banale, ma in molti mi dicono: “Grazie, mi hai fatto capire che anche nei momenti no si può essere positivi”, perché, come dico sempre, se anche in quei momenti riesci a farcela, significa che hai una forza potente dentro di te. Noto che fino a qualche tempo fa il messaggio più “tossico” che riguardava i social era quello di proporre un fisico impossibile, ora, invece, è questa idealizzazione della felicità. Ma io non posso prendermi la responsabilità di dirvi che la vita è sempre bella, e questa onestà è alla base del mio rapporto coi fan.
Ho 20 anni e ho la sicurezza legata alla mia età. Su molte cose ho delle idee ferme, mentre altre volte non è così. Ma penso sia normale, sono uscita da poco dalla fase adolescenziale e per certi versi ci sono ancora dentro. Un giorno sono la persona più sicura del mondo e un altro giorno ho le mie insicurezze, ma penso appunto che sia normale.
Ti risponderei mia nonna, perché è stata madre di sei figli nel dopoguerra, una donna davvero incredibile che mi manca tantissimo. Per me è il mio angelo custode, e in suo onore ho tatuato un’ala d’angelo sul malleolo. Personalmente faccio riferimento a lei per tutto, è stata una donna in grado di rimanere al passo fino alla fine, aiutandomi con consigli molto preziosi. Quando ero piccola, ad esempio, la domenica si alzava alle 4 per farmi la pasta fresca a mano, accendeva la tv e mi diceva: “Io ti ci vedrei tantissimo a fare queste cose, dovresti provarci”. In quel momento ero ancora convinta che avrei fatto la maestra di danza, e pensavo che sarebbe stata quella la mia strada, anche perché i miei genitori hanno un centro sportivo. E invece lei ha visto più lontano, sono certa che oggi sarebbe fiera di me e che mi protegge da lassù.
Ho sempre coltivato dei progetti insieme alla mia famiglia, ma dopo la partecipazione al reality, nonostante già studiassi teatro e recitazione da anni, non ci saremmo mai aspettati questo percorso. Dopo la messa in onda del programma c’era un po’ di indecisione da parte di chi si occupa di film nell’affidarmi un ruolo, però devo dire che con il tempo ho guadagnato la loro stima e anche molte soddisfazioni. Di recente, ad esempio, ho guadagnato un premio come miglior attrice per un corto che ho portato al Festival del Cinema di Venezia lo scorso anno. Ho ricevuto tanta fiducia e ne sono contenta e soddisfatta, perché ho sempre studiato compiendo degli sforzi, in questo senso sono un po’ una secchiona.
Si è notato che qualcosa era cambiato fin dall’arrivo. Quando sono entrata all’hotel principale, dove si svolgono le conferenze stampa e le altre iniziative, mi sono accorta da subito che era tutto diverso. A differenza dell’anno scorso, non c’era nessuno e mi sono accorta che nulla era uguale a prima. Ho fatto una conferenza stampa per il Cortinametraggio, per il quale sono stata scelta come volto giovane, e poi mi è stato assegnato il premio Cinecibo insieme a Francesco Pannofino. Il Festival è stata una splendida occasione, soprattutto per poter riveder amici e registi del cinema con cui ci vediamo purtroppo solo in queste ‘reunion’.
Devo ammettere che sono proprio una super fissata coi suoi film, perché sento che lui riesce a studiare il personaggio insieme all’attore. Ho un’amica che ha recitato in Gli anni più belli, e quando mi ha raccontato la sua esperienza sul set ne sono rimasta estasiata. Con lui anche nei dietro le quinte non mancano i momenti emozionali. Non so dire che ruolo vorrei interpretare diretta da lui, però mi piacerebbe molto la situazione di un personaggio inserito in un filtro familiare non comune. Ad esempio in A casa tutti bene ho apprezzato il modo in cui ha raccontato le controversie interne alla famiglia. Un ruolo in una situazione familiare di questo tipo mi piacerebbe molto, ma devo dire che con Muccino farei anche l’albero!
All’inizio sui social, basandomi sulla mia esperienza personale, parlavo molto di bullismo e cyber-bullismo. Ora sto parlando di catcalling e di recente ho pubblicato un video su Tik Tok in cui interpreto la ragazza che chiama un’amica perché si trova in difficoltà. Il video, in quattro giorni, ha ottenuto 800 mila like, 4,5 milioni di visualizzazioni e 50 mila salvataggi. Questo è un dato importante che ci dice che si tratta di un grande problema. C’è chi continua a minimizzare, dicendo che si tratta solo di complimenti, ma se tante ragazze lo hanno salvato è evidente che il problema esiste. Sono contenta che ci sia una coesione anche da parte di ragazzi che non si identificano in quel modello diffuso. Purtroppo mi è capitato spesso: proprio qualche giorno fa mi trovavo in auto con mio padre e avevo un vestito semplicissimo – e già dover descrivere l’abbigliamento fa rabbia – ma non appena ho messo il piede fuori dall’auto un tizio in macchina mi ha suonato urlando “Bella!”. È evidente che alla base ci sia un problema di educazione e mi preoccupa sapere che magari possono essere a loro volta educatori.
Io ho iniziato a truccarmi all’età di 16-17 anni, che per gli standard di oggi è tardi. Personalmente ho sempre guardato mia nonna, una donna che a 90 anni non aveva una ruga. Quando le chiedevo come ci fosse riuscita mi rispondeva: “Jenny non mi sono mai truccata!”. Ho ancora 20 anni, mi guardo allo specchio e magari un giorno non mi piaccio, mentre un altro giorno mi vedo bella. Però devo dire che non ho problemi a uscire di casa struccata, soprattutto quando giro un film e già sul set devo essere truccata. Mi piace far veder che posso proporre più look e giocare con diversi stili.
Dopo aver trascorso molti anni a sentirmi sbagliata, oggi i riconoscimenti sono in assoluto la vittoria più grande della mia vita. Da piccola ho subito bullismo probabilmente perché ero estroversa. La cosa più brutta è che a soli sette anni, venivo esclusa da parte degli stessi genitori dei miei compagni di scuola. Sono contenta che con il tempo abbiano apprezzato la mia essenza e non me ne sono più vergognata. Ho passato anni a pensare di essere sbagliata. Forse non ho mai raccontato questo aneddoto, ma addirittura a nove anni ho organizzato una festa e i genitori si sono organizzati tra loro per non far venire nessuno. Per me è stato uno dei ricordi più brutti. A volte gli adulti non si rendono conto di trasmettere cattiveria al bambino, ma la famiglia dovrebbe insegnare altro. A chi si trova in questa situazione dico che bisogna sempre parlarne, la mia famiglia è sempre stata presente e i miei genitori si erano accorti che qualcosa non andava. Ribadisco: non sei debole se ne parli e come mi dice sempre mio padre “nessuno deve toglierti il sorriso”.
Dall’amore mi aspetto rispetto e desidero una persona che abbia voglia di combatter per le stesse cose. Crescendo cambia il modo di esporre la privacy e per quello tendo a non espormi più su tanti aspetti, su cui ho deciso di mantenere un po’ la riservatezza per evitare fraintendimenti. Col tempo ho capito che ci sono cose per cui è necessario essere un po’ gelosi.
Se vi sentite bellissime avete tutte le ragioni per dirvelo! Nessuno, e ripeto nessuno, può dirvi il contrario e nessuno può mettersi nella posizione di dirvi come dovete sentirvi con voi stessi. È una questione che mi sta a cuore e mi fa arrabbiare, perché sento che se ultimamente la gente non ha fiducia in sé è perché c’è sempre chi è pronto a buttarti giù.
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