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Corte Costituzionale, è Mario Morelli il nuovo presidente della Consulta

La Corte costituzionale ha eletto come suo presidente Mario Morelli, 79 anni, romano. Sinora era vicepresidente. Il successore di Marta Cartabia potrà restare in carica solo tre mesi. Il suo mandato scadrà a dicembre 2020. Fu eletto alla Consulta nel 2011 dai magistrati della Cassazione. Sarà anche per questo, per la scadenza ravvicinata dal mandato, che la Corte costituzionale si è divisa: Morelli ha ottenuto 9 voti. Cinque quelli andati a Giancarlo Coraggio, uno a Giuliano Amato.

Principi e diritti della persona

Nel corso della conferenza stampa, mercoledì 16 settembre, il neo-presidente ha chiarito quali sono i suoi principi. “C’è una classe di diritti che dobbiamo far rispettare che non nascono dall’alto ma sono richiesti dalla coscienza sociale”, ha spiegato. E ha sottolineato che i diritti della persona non sono solo quelli elencati dalla Costituzione. Bensì “tutti quelli che emergeranno dalla coscienza sociale con carattere di analogia ai diritti fondamentali”.

Il referendum costituzionale

Morelli si è espresso anche sul referendum per la riduzione dei parlamentari in calendario il 20 e 21 settembre prossimi. “Il taglio degli eletti è una riforma che incide sulla Costituzione in maniera relativa e va completata con provvedimenti che con sequenza diacronica devono seguire”.

Una lunga carriera

Romano, 79 anni, sposato, con due figlie, il giudice Morelli è stato per venti anni assistente alla Corte costituzionale. Molti lo ritengono uno dei padri fondatori delle regole sul contenzioso delle Regioni. Esperto giuslavorista e in diritto della famiglia, in Cassazione è stato presidente della Terza sezione civile e direttore dell’Ufficio del Massimario. Nel 2008 scrisse lui la storica sentenza che mise fine alla vicenda di Eluana Englaro dando il via libera, nel rispetto della volontà della ragazza in coma vegetativo, al distacco del sondino che la alimentava. Anche alla Consulta, di cui è vice presidente dal 2018, Morelli ha firmato importanti sentenze. Come quella che nel 2012 ha “salvato” la legge sull’aborto o quella di qualche anno dopo sul metodo Stamina.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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