Nuovi test rapidi per diagnosticare il coronavirus. Più controlli negli aeroporti, ai porti marittimi e sui valichi di frontiera. Sono queste le nuove regole stringenti che il governo Conte vuole adottare nei confronti di tutti coloro che – italiani e non – rientrano in Italia da Paesi a rischio.
Il ministero della Salute si muove per evitare i casi di persone positive il virus al rientro dalle ferie estive. Sarebbe un nuovo impulso a possibili “focolai d’importazione” del Covid. Il rischio è quello che si faccia di nuovo esplodere la curva dei contagi. I test rapidi sono in corso di validazione e, se supereranno le verifiche del Cts (Comitato tecnico scientifico), potrebbero finire in un provvedimento.
A preoccupare gli esperti è il numero dei nuovi contagi che negli ultimi giorni continua a salire, in particolare tra coloro che tornano dalle vacanze da Paesi come Spagna, Grecia, Malta e Croazia. Soprattutto ad abbassarsi è l’età media di chi si ammala, ormai sotto i 40 anni. Questo significa che sono soprattutto i ragazzi, spesso asintomatici o con sintomi lievi, a far circolare il coronavirus.
Le opzioni sul tavolo del Cts, come riferito dal Corriere della Sera, sono tre. Ovvero: quarantena (così come avviene per chi torna dagli Stati Uniti), tamponi o test rapidi. “Dobbiamo analizzare ogni giorno la curva epidemiologica, se sale bisogna prendere provvedimenti”, hanno spiegato gli scienziati.
Per quanto riguarda l’ipotesi della quarantena il problema si pone. In particolare, per tutti coloro che sono già all’estero e non avevano preventivato di rimanere in isolamento per 14 giorni al momento del ritorno a casa. Per evitare che la situazione possa peggiorare, passa per il momento la linea di accelerare sui test rapidi. Il Comitato tecnico scientifico è dunque al lavoro. Il tampone non ha risultato immediato, va ripetuto dopo qualche giorno, e non garantirebbe comunque la verifica immediata su chi potrebbe essersi contagiato all’estero.
Solo nelle ultime ore sono stati individuati 5 ragazzi salentini positivi di ritorno dalla Grecia, un ragazzo calabrese che ha preso il virus in Croazia, 4 giovani laziali con Covid rientrati da Ibiza e Malta (dopo gli 8 di domenica sempre di ritorno da La Valletta), 5 positivi a Carloforte (Sardegna), e 45 persone in quarantena, dopo i 3 ragazzi contagiati in discoteca.
A supporto della tesi di test rapidi per coloro che arrivano da Paesi a rischio è anche Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma. In un’intervista al Corriere della Sera, sostiene: “La cosa più giusta sarebbe ‘prenderli’ in ingresso. Molte Regioni fanno sforzi enormi per individuare chi rientra positivo al Covid, ma non basta. Serve un protocollo a livello europeo: non devono essere imbarcate su navi o aerei persone che non siano state sottoposte a tampone e non siano risultate negative”.
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