Il coronavirus colpisce ovunque. Persino il villaggio siberiano di Shuluta, nella repubblica di Buryatia, oltre 5.500 chilometri a est di Mosca. Ma la storia che giunge dalle estremità orientali della Russia fa impressione. La racconta online sull’Ansa Mattia Bernardo Bagnoli.

Nel piccolo paese siberiano si sono registrati 37 casi di Covid-19 su un totale di 390 abitanti. Ma si ritiene che almeno il 25% della popolazione si sia esposta al “cluster”, abbia cioè avuto contatti con gli infetti. Potenzialmente, dunque, il pericolo per il villaggio è grande.

Ma le autorità non hanno perso tempo. Il paesino di Shuluta si è auto-isolato per mezzo di due profondi fossati, scavati con i trattori. I funzionari locali hanno detto che uno sciamano infetto ha causato un focolaio tra la popolazione.

A quanto sembra il 10 giugno scorso una donna avrebbe eseguito un rituale sciamanico a cui hanno partecipato decine di abitanti. O almeno così dice Ivan Alheyev, il capo del distretto dove si trova Shuluta, citato dall’Ansa. Ecco allora che gli abitanti si sono dati da fare e hanno scavato intorno al paese due profonde trincee “in un anello quasi completo” come misura di protezione.

Dora Khamaganova, portavoce di Shuluta, ha spiegato su Facebook che i fossati sono stati scavati non solo per isolare gli abitanti del villaggio ma anche per impedire ai turisti di attraversare Shuluta e raggiungere un parco nazionale sul lago Baikal. L’unico negozio di alimentari del villaggio è rimasto chiuso per diversi giorni e le autorità hanno organizzato consegne di cibo per evitare la penuria di cibo.