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Coronavirus, focolaio a Mondragone: scontri e incendi nella notte

Resta molto alta la tensione a Mondragone, in provincia di Caserta. Da lunedì scorso 22 giugno esiste nel paese una zona rossa a causa di un focolaio che comprende una cinquantina di contagi da coronavirus. Nelle ultime ore la rabbia è cresciuta fra la popolazione dei palazzi della zona rossa, per lo più braccianti con paghe da fame, sfruttati nei campi, che hanno bisogno di lavorare a tutti i costi.

“Arriva l’esercito”

Alcuni di loro avrebbero violato la zona rossa per questi motivi e dunque è scattato l’allarme. Ieri 25 giugno il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha annunciato che arriverà un contingente dell’esercito. Verso le 2 della notte fra ieri e oggi 26 giugno i vigili del fuoco sono intervenuti per l’incendio di un furgoncino, a ridosso dei palazzi della zona rossa. Dai primi accertamenti sembra che la causa delle fiamme sia dolosa.

Rabbia contro i poveri

La situazione è esplosiva. Capannelli di persone si sono formati a ridosso della zona rossa. Ora tutti sono arrabbiati con i braccianti e i poveri che vivono nei palazzi “infetti” ma è da registrare l’intervento dell’infettivologo Matteo Bassetti. Come riporta Dagospia, ieri sera 25 giugno Bassetti ha criticato la gestione del focolaio di Mondragone a ”Effetto Notte” su Radio24.

“Violata la privacy degli infetti”

Non si può agire così con le informazioni sanitarie di ciascuno – ha dichiarato il medico -, soprattutto in caso di malattie infettive. Non si può rivelare a tutta l’Italia indirizzo e abitazione di chi è malato di Covid. Stiamo calpestando decenni di lotte per la legge sulla privacy. Immaginate cosa succederebbe se facessi scrivere sulla porta di un mio paziente ”malato di tubercolosi” o ”positivo all’Hiv”. Cosa farebbero i vicini?

“Nessuno è stato ricoverato”

“Così si sviluppa una guerra contro gli untori, esattamente come è successo nel paese in provincia di Caserta – ha aggiunto l’infettivologo -. Bisogna trovare un modo per tutelare la privacy di chi si trova in un focolaio. Trattarli come portatori di morte è assurdo, soprattutto ora che il virus non manda più così tante persone in ospedale. Del focolaio campano, infatti, quanti sono stati ricoverati? A quanto so, nessuno. Sono persone asintomatiche o con pochi sintomi che hanno ricevuto tamponi a tappeto e dunque sono risultate positive”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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