Accresciuta dalla lunga quarantena la voglia di mare si affaccia prepotente con l’inizio dell’estate. Un’estate particolare quella di questo 2020. Segnata dalla pandemia del coronavirus.

Da quest’ultimo fine settimana, esattamente il primo dell’estate, inaugurata ufficialmente dal solstizio di ieri 20 giugno, si registrano i primi grossi afflussi e i primi assembramenti sulle rive delle coste italiane. Dalla Liguria a Forte dei Marmi e da Jesolo a Rimini sono stati tanti i connazionali che hanno passato il sabato e la domenica in spiaggia. Naturalmente e ancora di più al Sud e sulle isole.

Gli assembramenti, parola che abbiamo codificato nel nostro personale vocabolario di cittadini con le misure restrittive al Covid-19, non sono però una buona notizia. Mai. Né per festeggiare le vittorie sportive, com’è avvenuto a Napoli per la Coppa Italia pochi giorni fa, né per andare a farsi un bagno.

Anche perché in tanti la mascherina non l’hanno proprio indossata. Non è comodo e non è piacevole indossarla in spiaggia adesso, figuriamoci in agosto con 35°. Ma se le distanze di sicurezza non ci sono la mascherina va tenuta anche sulla battigia. In tutta Italia gli stabilimenti balneari hanno dimezzato la disponibilità di lettini, sdraio e ombrelloni. E sono già, di fatto, pieni di prenotazioni. I prezzi sulla costa tirrenica non scendono facilmente sotto i 35 euro al giorno per un ombrellone e due lettini.

E le spiagge libere? Secondo il Corriere della Sera, che ha documentato fotograficamente un servizio sul tema oggi 21 giugno, le spiagge libere così come non pochi stabilimenti sono state, in alcuni casi, prese d’assalto. Il quotidiano milanese mostra foto eloquenti, scatti dalle coste del Tirreno così come da quelle dell’Adriatico. Ombrelloni, lettini e sdraio invasi dai bagnanti, sdraiati troppo vicini. Nessuno o quasi che indossa la mascherina. Insomma non c’è da stare troppo allegri. Il virus, ricordiamocelo, non è sconfitto. La guardia deve restare alta.