La rivoluzione digitale che ha travolto e sconvolto l’industria musicale negli ultimi dieci anni ha per forza di cose trovato non pochi detrattori nel mondo dei professionisti: e la dura condanna arrivata da parte di Tiziano Ferro alle realtà di Spotify e affini non fanno che confermare questa spaccatura. Il nuovo conteggio di vendite adottato da Fimi come da altre classifiche attribuisce valore agli ascolti online, provando a misurare i risultati degli artisti tramite il conteggio virtuale delle views; quanto di più lontano dall’era dei dischi fisici, e dal significato che un acquisto effettivo portava con sé.

“E’ concettualmente sbagliato, abbiamo alterato la percezione della musica”: lo sfogo di Tiziano Ferro contro il mondo dello streaming e delle classifiche

La musica era già in crisi da tempo“, ha dunque spiegato Tiziano Ferro nel corso di una lunga intervista in merito a Repubblica. “Coi i sistemi digitali è andato tutto giù. Hanno permesso di ascoltare la musica gratuitamente, e gli streaming sono entrati nelle classifiche di vendita. Questo ha falsato tutto“. Le nuove modalità sono effettivamente quanto di più lontano dal vecchio concetto di album: “Se tu ascolti mille volte il mio singolo questo entrerà in conteggio come un acquisto, ma è un concetto sbagliato. Ora si conteggia solo lo streaming a pagamento, ma non funziona lo stesso. Altera la nostra percezione della musica”.

In un momento come questo, è dunque la dimensione live il vero coronamento dell’esperienza musicale, come confermato da un entusiasta Tiziano Ferro. “Un giorno sono andato a vedere Rod Stewart, e lì ho capito“, spiega ora il musicista di Latina. “In un mondo in cui siamo abituati alla musica ascoltata gratis, allora è l’evento live ad essere diventato il vero disco di platino. Magari Rod Stewart non è in top five su Spotify, ma ha fatto quarantamila spettatori in due serate. E ho capito che dovevo aprire gli occhi“.

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