Governo alla prova. Oggi 20 maggio è una giornata che potrebbe rivelarsi decisiva per l’esecutivo di Giuseppe Conte. Nell’Aula del Senato si discute sulle mozioni di sfiducia presentate nei confronti del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Fra queste anche quella di +Europa. Emma Bonino attacca: “È il ministro del sospetto, non giova all’Italia”.

“Ascolteremo il ministro della giustizia. Il ministro sa bene che ci sono temi sensibili sul giustizialismo, noi continuiamo a pensarla in modo diverso come sulla prescrizione. Allora aspettiamo che il ministro dia segnali importanti in questa direzione”, ha dichiarato invece la collega di Bonafede, la ministra renziana delle Politiche agricole Teresa Bellanova, ospite della trasmissione Circo Massimo su Radio Capital.

“Sulla mozione della Bonino ci sono degli elementi che non condivido, né utilizzerò i voti di FdI per far alzare la posta a Renzi – ha dichiarato Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ad Agorà su Rai Tre – . Noi votiamo alla seconda chiama, vediamo prima se l’ha votata Renzi”.

“Caro Matteo Renzi oggi hai la possibilità di essere coerente. Vota la mozione Azione-Più Europa di sfiducia a Bonafede. Non si può andare avanti a giravolte e penultimatum mentre l’Italia affonda. L’ora delle chiacchiere è finita. Coraggio”. Lo scrive su twitter Carlo Calenda, leader di Azione.

Matteo Renzi tiene fino all’ultimo alta la tensione. Non scioglie la riserva sulle mozioni di sfiducia ad Alfonso Bonafede, nonostante un incontro a Palazzo Chigi di Maria Elena Boschi con Giuseppe Conte. Il premier intende concedere a Italia viva il “riconoscimento politico” chiesto, non per paura di una crisi ma per poter andare avanti fino al 2023 – dicono dal governo – senza frizioni. Rimpasto è l’ipotesi che più circola in queste ore. Sarebbe stata respinta, secondo fonti renziane, la proposta di un posto di sottosegretario alla giustizia per Lucia Annibali o Gennaro Migliore. Mentre circola il nome di Maria Elena Boschi per un ministero.

Maria Elena Boschi potrebbe diventare nuovamente ministro