Le librerie, le cartolerie e i negozi di vestiti per neonati e bambini. Ma anche le attività forestali, l’industria del legno e la produzione di computer. Queste le principali attività che, da oggi 14 aprile, possono riaprire i battenti in Italia malgrado l’emergenza coronavirus.
Per il resto, la serrata pressoché totale viene prorogata ancora fino a domenica 3 maggio, compresa la stretta sui rientri dall’estero e sui viaggi di lavoro nel nostro Paese. Ci sono controlli agli imbarchi e divieto di viaggio per chi risulta febbricitante. Il governo studia intanto un possibile anticipo della Fase 2 – il momento della riapertura di tutte le attività produttive -, dalla prossima settimana. Primi a ripartire sarebbero moda, automotive e metallurgia.
Da oggi 14 aprile la situazione delle riaperture dei negozi non sarà, però, uniforme in tutta Italia. Vediamo cosa succede regione per regione.
Nelle ultime 24 ore si sono registrati 280 morti a causa, o avendo come concausa, il coronavirus. Si tratta di numeri ancora alti. L’ordinanza firmata dal governatore Attilio Fontana vieta la riaperture di librerie e cartolerie. Gli studi professionali potranno aprire solo per servizi indifferibili e urgenti.
Rigore anche da parte del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Librerie e cartolerie restano chiuse. I negozi di abbigliamento per i più piccoli saranno aperti soltanto due mattine la settimana, dalle 8 alle 14. In Campania sarà vietato anche il cibo d’asporto.
Resta lo stop totale in Piemonte, la regione forse più rigida di tutte. Questo “per non vanificare gli sforzi fatti finora”, come ha detto il governatore, Alberto Cirio.
Il Lazio posticipa invece al 20 aprile la riapertura delle librerie per consentire ai proprietari di mettere in sicurezza i locali.
In Emilia-Romagna resta la stretta sulle cosiddette zone arancioni, cioè le province di Piacenza, Rimini e sulla città di Medicina (Bologna).
Leggera riapertura, invece, in Liguria, dove il governatore Giovanni Toti ha firmato l’ordinanza che consente di andare agli orti e ai frutteti. Di riprendere i lavori di giardinaggio e di procedere alla manutenzione degli stabilimenti balneari e dei chioschi in vista dell’imminente, ma quantomai incerta, stagione estiva. Sì anche ai piccoli lavori di manutenzione edile e alle attività dei cantieri nautici propedeutiche alla consegna, alla manutenzione dei campi di calcio e da golf.
Il Veneto si lancia in avanti. La nuova ordinanza del presidente Luca Zaia consente di fare attività motoria anche oltre i 200 metri da casa, “ma non si può certo arrivare a 4-5 km, è ovvio, serve buonsenso”, precisa il governatore. Per uscire di casa, però, ci sarà bisogno di mascherina, guanti e gel, mentre chi ha più di 37.5 di febbre non potrà scendere in strada. Aumentato anche il distanziamento sociale che passa da uno a due metri.
Proroga delle misure restrittive in Sicilia, con l’obbligo soft delle mascherine, seppur recependo le aperture del nuovo Dpcm.
Obbligo di mascherine all’aperto in Friuli. Sarà consentito fare attività motoria, ma solo vicino casa.
Sì alla riaperture di librerie e cartolibrerie ma solo se gestori e clienti indosseranno la mascherina.
In Trentino-Alto Adige restano chiusi i negozi per l’infanzia e le librerie, mentre potranno riprendere le attività produttive all’aperto e le attività nei cantieri, stradali ed edili. Sui luoghi di lavoro, però, vanno garantiti il termoscan, le mascherine e le distanze minime.
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