Nell’arco dei prossimi ottant’anni sulla Terra potrebbe verificarsi un fenomeno di caldo estremo con un’intensità che ancora non conosciamo. Gli scienziati calcolano, nella migliore delle ipotesi, 32 giorni all’anno in Europa di temperature roventi: il quadruplo rispetto a oggi. Nella peggiore delle ipotesi, fino a 69 giorni all’anno.

Entro la fine del secolo, l’anno 2100, il clima dell’emisfero settentrionale del mondo cambierà drasticamente, dunque. Analisi, dati e cifre sono contenuti in un studio dell’Accademia cinese delle scienze di Pechino, pubblicato sulla rivista Nature Communications.

I ricercatori hanno esaminato come i cambiamenti climatici influenzeranno la frequenza dei giorni e delle notti calde. “La pericolosità di questi caldi estremi dipende dal fatto che non lasciano molta via d’uscita”, commenta Laura Wilcox dell’Università di Reading, Regno Unito, non direttamente coinvolta nella ricerca.

“Si pensa che giorni e notti caldi consecutivi siano ciò che rende le ondate di calore particolarmente pericolose. Non si ha tregua dal caldo”, spiega Wilcox, sottolineando che il fenomeno potrebbe risultare ancora più comune in Europa. Nel Vecchio continente, del resto, l’aria condizionata nelle case non è ancora comune.

Stando ai risultati dello studio, i maggiori aumenti di frequenza e intensità si verificherebbero negli Stati Uniti orientali, nell’Europa occidentale, nell’Asia occidentale e nella Cina orientale. I ricercatori affermano che il loro studio sarebbe il primo nel suo genere ad analizzare in questo modo i caldi compositi.

Tuttavia sostengono che la mancanza di dati per l’emisfero australe rende vani i tentativi di elaborazione di modelli per l’emisfero sud. “I risultati delle nostre analisi rappresentano un ulteriore promemoria della discrepanza tra gli obiettivi di Parigi e gli effettivi piani di attuazione per mantenere il riscaldamento al di sotto dei 2 gradi“, concludono i ricercatori.