“Sono stato per tutta la vita e sono, cito, un ‘cicciabomba’, un ‘cannoniere’, un ‘panzone’, un ‘trippone’, una ‘ palla di lardo’. Una volta un ragazzino mi gridò: ‘Sensi mi fai senso’, lo ricordo come fosse adesso”. Lo ha raccontato oggi 30 gennaio nell’Aula della Camera dei Deputati Filippo Sensi (Pd). Si è trattato di un intervento durante l’esame della proposta di legge sul bullismo.

Sensi parla della sua storia personale. E illustra un ordine del giorno relativo al “bodyshaming” e al “fatshaming”, ovvero alla tendenza a giudicare, offendere o deridere una persona per una sua peculiarità fisica. Cosa che oggi è resa ancor più brutalmente diffusa dai social media. Sensi , ex portavoce di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni a Palazzo Chigi, ha raccontato la sua storia raccogliendo un lungo applauso dell’Aula.

Sebbene abbia ultimamente perso tantissimi chili, Sensi parla dell’obesità come se ancora ne soffrisse. E invita i deputati a “considerare con attenzione queste specificità poiché riguardano le questioni del corpo. Chiunque mi conosce sa che sul mio peso scherzo, ci sorrido, lo esorcizzo, ma mi ci misuro ogni giorno e sento questo sguardo che pesa, che mi pesa”.

“Non tutti ci riescono e facciamo finta sia un passo avanti scherzarci su, ma quando sei ragazzo, o magari ragazza, è ancora più difficile, maledettamente più difficile. Non tutti ci scherzano su“, spesso “ci si chiude in casa e si seppellisce la derisione mangiando. Ancora, ancora e ancora. Il cibo come anestesia, stordimento per non sentirli più, per non sentirsi più. Perdersi lì dentro perché nessuno ci trovi, tanto nessuno ci cerca”.

Per questo, sottolinea, bisogna “fare prevenzione, sostenere e supportare chi è vittima del fatshaming, evitando che la vergogna sia un destino ineluttabile“. Che diventi “una condanna sancita dallo sguardo degli altri che può essere il gesto più violento e aggressivo di cui siamo capaci”.