Se il rap non va alla radio, la radio va al rap. Non è un mistero che i rapper italiani siano i meno trasmessi in radio, considerati non adatti al tipo di mezzo. Se le cose sono migliorate, è comunque vero che lo spazio sulle emittenti è sempre pochissimo e privilegia contenuti prevalentemente mainstream. La cosa paradossale è che il rap domina le classifiche e su streaming è uno dei genere più ascoltati. L’unica cosa sensata da fare è stata quindi fondare una stazione radio rap, TRX. A farlo ci hanno pensato Fabri Fibra, Marracash, Clementino, Gué Pequeno, Salmo ed Ensi, messi insieme dalla manager suprema dell’hip hop, Paola Zukar.

TRX, la radio del rap sotto la guida di Paola Zukar

Sette giorni su sette, 24 ore al giorno, via app. Dopo un debutto incoraggiatissimo (alla nascita, infatti, la app aveva totalizzato circa 70.000 download in 24 ore), la radio ha trovato casa negli studi di Radio Italia. Paola Zukar ne fa una missione, quella di condividere la musica urban, cantastorie della nostra società, per renderla alla portata di tutti:

Radio Italia è il nostro partner industriale, mentre io e gli artisti che partecipano a questo progetto siamo gli editori e i curatori della radio, e collaboriamo attivamente per dettare la linea e deciderne i contenuti. Oggi il rap permea la cultura, la cronaca, la moda, i trend, ha ricadute economiche importanti. Ha bisogno di essere raccontato degnamente e quotidianamente dai suoi protagonisti e da chi lo capisce perché, se non riusciamo a farci conoscere, il rischio è non riuscire a farci capire e a doverci difendere continuamente da attacchi, giudizi e provocazioni. A ispirarci, in particolare, è stato il progetto di Booba, un gigante del rap francese, che ha fondato una radio online, OKLM. Ascoltandola abbiamo capito che il progetto era tecnologicamente possibile, e anche finanziariamente sostenibile.

Il progetto e la scelta della rotazione radiofonica è deciso da under 25 volenterosi e appassionati. Anche gli sviluppatori sono due giovanissimi freelance, Francesco Zerbinati e Francesco Prisco, così come il programmatore, Lorenzo Ferri. L’avere una postazione reale ora cambia tutto:

Finora si lavorava molto a distanza, con riunioni di redazione portate avanti su chat di gruppo di WhatsApp e interviste registrate nei back stage dei concerti o negli uffici delle case discografiche. Ora che finalmente avremo una redazione fisica e degli studi veri e propri, speriamo di riuscire a produrre sempre più contenuti. Abbiamo un’autonomia del 110% e pian piano cominceremo a implementare sempre più contenuti, programmi e podcast. Non vogliamo mettere il carro davanti ai buoi, quindi non partiremo inaugurando dal nulla un intero palinsesto: costruiremo un pezzettino per volta, badando alla qualità, e puntando soprattutto sulla musica.

L’idea è far conoscere la realtà dell’hip hop a chi vuole saperne di più e, ovviamente, a nutrire i gusti musicali degli appassionati. L’avventura è appena cominciata e promette già benissimo.