Nasce in questa fine di anno 2019 un nuovo social network. Si chiama WikiTribune (Wt.social) e si focalizza sulle notizie. Giornalisti professionisti e semplici volontari appassionati scrivono notizie neutrali e verificate in stile Wikipedia. Wt.social ha già raccolto 25 mila utenti. È la concretizzazione dell’idea “che sta crescendo” di Jimmy Wales, co-fondatore di Wikipedia.

Jimmy Wales, da sempre schierato a favore della libertà della Rete, ha così dato vita a WikiTribune in cui i volontari scrivono e curano articoli su notizie autentiche correggendo le bozze, verificando i fatti, suggerendo possibili modifiche. Ma anche aggiungendo fonti, sul modello dell’enciclopedia Wikipedia.

“Mi sono reso conto che il problema delle fake news e della disinformazione ha molto a che fare con le piattaforme social”, spiega Wales dal suo profilo Twitter. Egli specifica che la sua nuova piattaforma è una evoluzione di WikiTribune, sito fondato nel 2017.

“Gli attuali social network si reggono su un modello di business legato alla pubblicità – racconta Wales -. Questo porta a una dipendenza. A rimanere incollati a un sito e a essere trasportati in discorsi di odio e radicali, non nella cura del lato umano”. Adesso per iscriversi alla nuova piattaforma di Wales occorre registrarsi ed essere maggiori di 13 anni.

Non venderemo mai i vostri dati – specifica il sito – ci manterremo sulle donazioni per assicurare la protezione della privacy e che lo spazio social sia privo di annunci”. L’interfaccia di Wt.social è solo in inglese ma si può pubblicare in qualsiasi lingua.

“Ti daremo la possibilità di fare le tue scelte su quali contenuti ti vengono offerti – si spiega ancora sulla home page di WikiTribune – e di modificare direttamente i titoli fuorvianti o contrassegnare i post sui problemi. Promuoveremo un ambiente in cui gli ‘attori cattivi’ vengono rimossi perché è giusto, non perché improvvisamente influenza i nostri profitti. Ma questo funzionerà solo con il tuo aiuto. Quindi unisciti oggi e aiuta a cambiare il panorama dei social media”.