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Polo Sud, si stacca un iceberg più grande di una metropoli. Ecco cosa è successo

In un periodo di crescenti allarmi per i cambiamenti climatici mondiali desta allarme l’ultima notizia proveniente dall’Antartide. Un gigantesco iceberg – che si calcola sia formato da almeno 315 tonnellate di ghiaccio – si è staccato dalla costa dell’Antartide Orientale. Si tratta di un iceberg tabulare, ossia formatosi per distacco dalla costa gelata. Adesso si trova in mare aperto.

Gli osservatori lo hanno nominato D28. Si è staccato dalla calotta polare Amery. Ha una superficie di 1636 chilometri quadrati: più di una grande metropoli come Sydney in Australia. Possiede uno spessore di circa 210 metri in altezza. Il distacco dell’iceberg tabulare chiamato D28 è stato osservato da satelliti europei e statunitensi giovedì scorso 26 settembre.

A spiegare il fenomeno del D28 non è però il cambiamento climatico, affermano gli scienziati dell’Australian Antarctic Division, come riporta online l’Ansa. In un comunicato l’Australian Antarctic Division spiega che il distacco è parte del normale ciclo delle calotte polari. La calotta Amery si trova tuttavia fra due stazioni di ricerca australiane e il distacco causerà difficoltà per la navigazione e per le operazioni di rifornimento dei due centri di osservazione.

Il distacco dell’iceberg dalla terraferma dell’Antartide

“Non crediamo che questo evento sia legato al cambiamento climatico” ha detto Helen Amanda Fricker dello Scripps Institute of Oceanography. Il distacco dell’iceberg dalla calotta antartica “è parte del normale ciclo della calotta polare in cui osserviamo eventi maggiori di distacco ogni 60-70 anni”. L’esperta spiega come le calotte polari “devono perdere massa perché guadagnano massa e devono restare delle stesse dimensioni”.

L’aumento di massa viene dalla neve che cade sul continente e dai ghiacciai che si muovono lentamente verso la costa. L’iceberg non avrà impatto sui livelli marini poiché già galleggiava, spiega il glaciologo della Divisione Antartica Ben Galton-Fenzi. “Sarà tuttavia interessante vedere come la perdita di questa massa di ghiaccio avrà effetto sullo scioglimento sotto la calotta polare e sui tempi con cui il ghiaccio si stacca dal continente”, aggiunge.

Le enormi masse di ghiaccio si muovono in mezzo la mare nei pressi delle calotte polari

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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