Alexandre Dumas, padre del Conte di Montecristo e dei I tre moschettieri, si sofferma sulle piccole suppellettili. Si perde nell’ammirazione della forbicine. E non degna di troppa attenzione il Toro Farnese, il gruppo marmoreo di epoca ellenistica che costituisce la più grande scultura dell’antichità mai ritrovata.

Gustave Flaubert, una sensibilità raffinata e fragile come quella della sua Emma Bovary, racconta alla madre in una lettera del fastidio provato di fronte alla confusione portata dai turisti, un po’ come avviene oggi. Sono loro, assieme a Théophile Gautier, Herman Melville e Joseph Conrad che ci conducono – guide specialissime -, alla scoperta degli sterminati tesori d’arte del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

È così, infatti, che Pier Luigi Razzano offre ai lettori la sua passione per il grande museo partenopeo, fra i maggiori al mondo per l’antichità romana. Lo fa grazie alla sua ultima fatica letteraria: Infinito stupore (edizione Intra Moenia). Razzano, scrittore e giornalista napoletano, scrive per Repubblica ed è tra i fondatori della festa del libro Un’Altra Galassia. “Per narrare le meraviglie del museo ho scelto compagni di viaggio particolari – spiega a VelvetMag -: tutte personalità, da Dumas a Melville e da Gautier a Conrad e a Melville, che hanno ammirato l’Archeologico esprimendo stupore ed emozioni nei loro scritti e nelle loro lettere”. Lo stupore, però, è il nostro, oggi. “Sì perché attraverso gli illustri visitatori del passato – dice Razzano – entriamo non in un luogo di vestigia del passato ma in un tempio di atri tempi storici…un luogo vivo e pulsante”.

Con Infinito stupore Pier Luigi Razzano prosegue nel cammino intrapreso alla scoperta letteraria e alla divulgazione di Napoli e dei suoi segreti. Ha scritto per le edizioni Intra Moenia AmericaNa e Così lontana, così vicina. Adesso aggiunge un’altra perla. Un punto di vista originale sui tesori dell’Archeologico, che si inquadra perfettamente in tempi di risveglio dell’attenzione verso l’arte museale. E verso una fruibilità dinamica e non più statica degli antichi reperti dei nostri avi, di cui l’Italia è così ricca da sempre. Ma di cui non fa mai abbastanza tesoro sul piano umano, culturale e civile.

I Tirannicidi, Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Foto Facebook / Luigi Spina

Photo credits: Facebook / Pier Luigi Razzano; Facebook / Intra Moenia; Facebook / Museo Archeologico Nazionale di Napoli