“Una tragedia storica”. Con queste parole il premier di Bahamas, Hubert Minnis, ha definito la devastazione causata dall’uragano Dorian sulle isole caribiche. Al buio e sommerse dall’acqua, le Bahamas sono ancora impegnate – dopo quasi 48 ore – a fare i conti con la tragedia. Il bilancio provvisorio è di almeno cinque vittime ma appare destinato a salire.

Secondo informazioni non confermate centinaia di persone sono intrappolate, ci sono cadaveri per le strade. E i soccorsi procedono a rilento. Molte le aree al momento irraggiungibili. L’uragano si muove a 1,6 chilometri all’ora: praticamente è fermo, con i suoi venti e le sue piogge torrenziali, sopra le Bahamas.

Sono tuttavia ore di profonda ansia anche quelle che vivono tanti cittadini statunitensi. Dorian sta per abbattersi sulla Florida ma è allarme anche in Georgia e South Carolina. Il vortice non appartiene più alla categoria 4 ma alla 3: i venti spirano a circa 193 km orari rispetto ai circa 209 km orari di ieri sera 2 settembre. Ma la tempesta, ovviamente, fa paura.

La Florida attende dunque Dorian con il fiato sospeso: la sua traiettoria resta ancora incerta e i rischi elevati. Di sicuro c’è solo che sulla costa atlantica degli Usa l’uragano non dovrebbe abbattersi con la stessa violenza delle Bahamas. Pur restando “estremamente pericoloso”, afferma il National Hurricane Center, Dorian adesso non si caratterizza più per raffiche fino a 350 chilometri all’ora.

Le evacuazioni procedono nelle cittadine più esposte. Gli aeroporti chiudono, anche il molto trafficato scalo di Orlando. Sono 2.700, al momento, i voli cancellati. Le scuole e le università sospendono le lezioni. Il parco di Legoland chiude, mentre i parchi Walt Disney accorciano l’orario di apertura. L’emergenza è alta anche in Georgia e North e South Carolina, dove è stata ordinata l’evacuazione di un milione di persone. Anche la Virginia ha dichiarato lo stato di emergenza: la sua costa subirà l’impatto di Dorian e non sono esclusi inondazioni e blackout.

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