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Come si racconta un travel blogger: i segreti per diventare viaggiatori 2.0

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Laddove la passione per i viaggi incontra l’universo social, nasce la figura del travel blogger. Una sorta di evoluzione della professione di fotoreporter. Una passione a tempo pieno che richiede tutta una serie di competenze che vanno dal monitoraggio al video making, dall’attività di social media management allo stesso copywriting.

Un viaggiatore 2.0 che ha fatto della sua passione, una professione. Ebbene sì, perché con questo “stile di vita” è possibile guadagnare viaggiando. Un reportage fotografico e didascalico su luoghi e culture, divulgato poi il materiale attraverso i social network. Foto, video e racconti la fanno da padrone sul social che più si presta ai travel influencer di ogni dove.

Tutti i canali del travel blogger

Un vero e proprio “zapping” tra i vari social. Per diventare un travel influencer, non basta sapersi muovere fra siti web, piattaforme social network e blog. È fondamentale saper promuovere i propri contenuti, tra i diversi canali social.

Photo credits: Facebook

In pole position: Instagram, Youtube e Facebook. I primi passi da fare sono: analizzare i dati e creare una community. E poi, liberate la vostra creatività e preparatevi a stracciare la concorrenza!

Un viaggio tra prospettive e interpretazioni

Ogni travel blogger racconta la sua esperienza, attraverso la propria percezione, la mostra dalla sua prospettiva, descrive il viaggio attraverso la sua personale interpretazione. Sceglie accuratamente cosa mostrare e lo fa attraverso la sua originalità artistica.

Photo credits: Facebook

Altra scelta da non trascurare è la meta del viaggio. Dalle Mete più ricercate a quelle insolite, paradisi terrestri o grandi città. Avventure all’insegna della cultura o del mistero. La decisione spetta solo a voi!

Come diventare un professionista

Le strade per diventare un travel blogger e guadagnare sono molteplici: inserzioni pubblicitarie, banner, le strisce di immagini con chiari messaggi pubblicitari o affiliazioni a società che retribuiscono una percentuale in base al venduto, che parte, a sua volta, dal numero di follower.

Photo credits: Facebook

Puntante quindi a raggiungere il massimo numero di iscritti, e quindi, di follower in modo tale da diventare così, appetibili per gli inserzionisti.

Alessia Ribezzi

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