Luglio col bene che ti voglio, vedrai non finirà….” cantava Riccardo Del Turco nel ‘68, tramutando un’allegra filastrocca in un tormentone. Il settimo mese dell’anno porta il “solleone”, il mare ed il meritato riposo, almeno nel fine settimana, in attesa delle vacanze agostane più lunghe. Ecco quindi che VelvetMag – come ogni inizio del mese – vi propone qualche suggerimento in quanto a mostre in giro per l’Italia da vedere tra un tuffo e l’altro…

MARIA LAI AL MAXXI

Maria Lai, Telaio del meriggio, 1967
legno, spago, tela, tempera
cm 100 x 153 x 20
Collezione Fondazione Stazione dell’Arte
Photo credit Tiziano Canu
Courtesy Fondazione Stazione dell’Arte
© Archivio Maria Lai by SIAE 2019

La stagione estiva capitolina offre numerose iniziative culturali, soprattutto legate all’arte contemporanea. Iniziamo la carrellata con la grande retrospettiva dedicata a Maria Lai (Nuoro, 1919 -2013) – a cura di Bartolomeo Pietromarchi e Luigia Lonardelli – che si è inaugurata il 19 giugno al MAXXI e che rimarrà aperta fino al 12 gennaio 2020. In esposizione, una ricca selezione di opere – di cui molte inedite – che dimostrano la straordinaria abilità dell’artista sarda nel saper coniugare sensibilità, tradizioni locali e linguaggi universali.

 

 

 

FABRIZIO PLESSI ALLE TERME DI CARACALLA

Plessi a Caracalla ©SSABAP ph F. Caricchia

Invece, Il segreto del tempo è il titolo della mostra di Fabrizio Plessi (Reggio Emilia, 1940) visitabile alle Terme di Caracalla fino al 29 settembre, a cura di Alberto Fiz. Il maestro della videoarte italiana ha progettato una nuova opera appositamente per i sotterranei delle Terme, finalmente accessibili al pubblico in seguito ad importanti lavori di restauro. Questa personale si compone di dodici spettacolari installazioni che trattano temi classici che si sposano perfettamente con il contesto antico per cui sono state create.

LUIGI BOILLE A VILLA TORLONIA

Luigi Boille, 1966, foto Vincenzo Pirozzi

Infine, ci spostiamo verso la pittura per parlare della mostra dedicata a Luigi Boille (Pordenone, 1926 – Roma 2015), aperta fino al 3 novembre ai Musei di Villa Torlonia (Casino dei Principi). Lì trovano spazio più di 80 dipinti del grande artista romano d’adozione, allo scopo di raccontare il suo lungo percorso nel mondo dell’arte.

 

 

 

ROY LICHTENSTEIN AL MUDEC

Roy Lichtenstein
Reflections on Minerva
1990
Litografia, serigrafia, rilievo and collage in PVC metallizzato
con goffratura su carta Somerset fatta a mano
106.7 x 131.4 cm
Collezione privata
©Estate of Roy Lichtenstein

Il Museo delle Culture (MUDEC) propone una doppietta davvero interessante. Infatti, fino all’8 settembre la struttura museale milanese ospita una mostra di Roy Lichtenstein, il grande maestro americano conosciuto in tutto il mondo per la sua arte sofisticata e immediatamente riconoscibile. Il curatore Gianni Mercurio ha selezionato circa 100 opere tra stampe, sculture, arazzi ed editions provenienti da importanti musei, istituzioni e collezioni private europee e statunitensi, oltre ad una serie di video e fotografie. E’ possibile acquistare i biglietti cliccando qui

LIU BOLIN AL MUDEC PHOTO

Liu Bolin, Family Photo, 2012. Courtesy: Boxart, Verona

Invece, il Mudec Photo, per la seconda volta ospita la seconda mostra fotografica dell’artista cinese Liu Bolin (Shandong, 1973), dal titolo Visible Invisible (fino al 15 settembre). Quest’ultimo è conosciuto al grande pubblico per le sue performances mimetiche, in cui, grazie ad un accurato body painting, il suo corpo si va a confondere perfettamente con lo sfondo.

FAUSTO MELOTTI A MALPENSA

Sette Savi di Fausto Melotti. La Magia di un Ritorno. Crediti: SEA

In considerazione dei frequenti spostamenti estivi, ci teniamo a segnalare che fino al 29 febbraio 2020 all’Aeroporto di Milano Malpensa (Porta di Milano, Terminal 1) si potranno ammirare le sette sculture in pietra de I sette Savi, realizzate da Fausto Melotti nel 1961. Dopo anni all’interno dei depositi della Città Metropolitana, il gruppo scultoreo “atterra” a Malpensa in attesa di trovare una sistemazione definitiva che ne consenta anche una “normale” fruizione da parte del pubblico. La mostra è a cura di Flavio Arensi, mentre l’allestimento è stato progettato da Miche De Lucchi.

 

MIQUEL BARCELO AL MIC DI FAENZA

Il più grande museo al mondo della ceramica – il MIC (Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza – non poteva esimersi dall’ospitare almeno una mostra dell’artista spagnolo Miquel Barceló (Felanitx, 1957). Si tratta della prima antologica in Italia dedicata alla sua produzione ceramica, dagli esordi ai giorni nostri. Non una mostra tradizionale, ma un progetto speciale realizzato appositamente dall’artista per il MIC, nel tentativo di intervenire con delicatezza all’interno della collezione permanente del museo. Più in particolare, Barceló ha creato un’installazione in dialogo con la sezione delle ceramiche faentine.

Miquel Barceló, Acanto, terracotta, 2017, artist collection, ph Agustì Torres

All’interno della sala, l’artista ha posizionato le sue opere che vanno dai primi lavori in argilla della fine degli anni Novanta ai giorni nostri. Inoltre, l’autore de L’ombra che trema ha selezionato alcuni pezzi chiave della collezione, intervenendo all’interno delle vetrine in un racconto autobiografico in cui l’elemento privato si mischia alla storia. La mostra prosegue negli spazi destinati alle mostre temporanee del museo. Per maggiori informazioni si consiglia di consultare il sito ufficiale alla pagina http://www.micfaenza.org/it/

BAROLO (CUNEO)

Non solo vino a Barolo, ma anche arte! Fino al 3 novembre, nell’Aula Picta, la cittadina in provincia di Cuneo apre le porte a Gauguin e il diario di Noa Noa, a cura di Vincenzo Sanfo. La mostra si concentra sulle 21 xilografie pensate e realizzate da Gauguin appositamente per illustrare questo suo primo diario polinesiano e stampate dal suo amico Daniel de Monfreid. Le opere esposte a Barolo racchiudono tutto il mondo selvaggio, primitivo e sciamanico, che colpì e ispirò profondamente l’arte di Gauguin.

Paul Gauguin, Idole à la coquille, 1893

Assieme alle magiche xilografie, saranno esposte anche due straordinarie opere scultoree, una terracotta chiamata Hina et Tifatou o Vase aux Quatre Dieux, di cui un esemplare è custodito al Musée d’Orsay e che, recentemente, è stata esposto al MoMA di New York. Quest’ultima terracotta sarà affiancata da un bronzo intitolato Tii à la coquille o Idole à la coquille del 1896, anch’esso attualmente custodito al Musée D’Orsay di Parigi. Inoltre, documenti, fotografie, libri – tra cui la prima edizione di Noa Noa, pubblicato su La Revue Blanche nel 1897 – completano una mostra colta e raffinata quanto il vino che dà il nome a questa piccola città nelle Langhe. Ingresso 7 euro, ridotto 5 euro.