Un uomo di 36 anni è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso a coltellate il padre di 71 anni. “Mi sentivo costantemente umiliato e pressato da lui” ha dichiarato confessando l’omicidio. La tragedia al culmine di una lite nella loro abitazione di Legnano (Milano). L’uomo, figlio adottivo della vittima e di sua moglie, studente di lingue fuori corso laureatosi solo un anno fa, stava studiando per essere ammesso alla facoltà di Scienze Politiche. Ma al padre tutto ciò non bastava. Voleva che lui si trovasse un lavoro.

Oltre dieci le coltellate sferrate dal figlio al 71enne. Secondo quanto riporta online Il Giorno un operaio al lavoro in un appartamento della palazzina di fronte ha visto un uomo cadere a terra sotto i colpi di un altro uomo e ha telefonato al 112.

Quando ambulanza e forze di polizia sono arrivate sotto casa il 36 enne si è barricato. Così sono arrivati anche i vigili del fuoco di Milano. Hanno chiuso i rubinetti del gas di tutta la palazzina, scongiurando qualsiasi tentativo ulteriore dell’uomo di fare del male a sé o agli altri.

La moglie della vittima e madre dell’omicida stava rientrando a casa dopo aver fatto alcune commissioni. Quando ha appreso cos’era accaduto si è sentita male. Poco più tardi gli agenti hanno fatto irruzione in casa, fermando il 36enne e portandolo in commissariato.

Lì gli investigatori hanno interrogato per ore l’uomo, alla presenza del sostituto procuratore di Busto Arsizio Francesca Parola. Lui ha dato la sua versione dei fatti. Sua mamma avrebbe confermato che tra padre e figlio per via della situazione del 36enne che non aveva ancora trovato un lavoro, la tensione era alta. Inchiodato alle sue responsabilità, l’uomo ha ammesso il delitto, spiegandolo come la conseguenza delle considerazioni sulla sua vita che il genitore gli faceva. A suo dire anche contestandogli di non riuscire più a mantenerlo con la sola pensione. Per domani, mercoledì, è stata fissata l’autopsia.

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