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È morto Pino Pelosi, ma il giallo della morte di Pasolini resta

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Pino Pelosi è morto a Roma e da tempo aveva un tumore: è stato l’unico condannato per l’omicidio di Pier Paolo Pasolini. 

Pino Pelosi, detto La Rana, è stato condannato a 9 anni, 7 mesi, 10 giorni e 30 mila lire di multa per l’omicidio di Pier Paolo Pasolini. Prima aveva ammesso di aver ucciso lo scrittore, poi nel 20065, durante un’intervista alla Rai aveva ritrattato il tutto e successivamente ha pubblicato il romanzo Io, angelo nero. Pelosi, nato a Roma il 28 giugno del 1958, è morto al Policlinico Gemelli di Roma il 19 luglio 2017, a seguito di un tumore. All’epoca dell’omicidio aveva solo 17 anni ed è stato condannato nel 1976 per omicidio volontario in concorso con ignoti, atti osceni e furto aggravato.

Con la morte di Pelosi si perde l’ultimo spiraglio di verità su la notte tra il 1 e il 2 novembre 1975. Quando nel campetto sterrato dell’Idroscalo di Ostia è stato ucciso lo scrittore Pier Paolo Pasolini. La Rana è stato arrestato sul lungomare Duilio di Ostia mentre guidava contromano l’Alfa Romeo GT 2000 grigio metallizzato dello scrittore. Tante le ipotesi e le supposizioni, secondo alcuni a compiere l’efferato gesto almeno tre persone, identificate nei fratelli siciliani Franco e Giuseppe Borsellino, conosciuto come Braciolino e Bracioletta. Erano militanti dell’estrema destra nel Movimento Sociale Italiano ed entrambi sono morti di Aids negli anni 90. Un altro particolare, che ha sempre confermato la condanna di omicidio volontario in concorso con ignoti per Pelosi, è stato il ritrovamento accanto il corpo ormai senza vita di Pasolini dell’anello di Johnny Lo Zingaro, Giuseppe Mastini, con la scritta United States Army, ma non si è mai riusciti a capire il nesso.

Pelosi ha ammesso di aver ucciso lui lo scrittore per aver rifiutato le sue avances e preso dall’ira l’ha picchiato fino a togliergli la vita. Agli inquirenti questa versione non ha mai convito: primo per la struttura fisica del ragazzo, troppo gracile e magro per poter aver la forza necessaria per uccidere; la seconda, il corpo e i vestiti di Pelosi erano puliti e non avevano tracce di fango o di sangue. La Corte d’Appello prosciolse La Rana dall’accusa di furto e atti osceni, in questo modo ribaltò l’intera responsabilità collettiva. La Cassazione, invece, confermò e rese definitiva la condanna del 26 aprile 1979. Ora Pelosi nella tomba si è portato anche la verità di quella tragica notte.

Photo Credits Facebook

Redazione

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