Alle elezioni del 1975 il PCI ottiene un grande consenso, e riporta al centro del dibattito politico la strategia che Moro sostiene da tempo: coinvolgere il PCI nella compagine governativa per dare una nuova spinta riformista al paese. Lo statista viene incaricato di dirigere la transizione, ma il 16 marzo del 1978 un commando delle Brigate Rosse, organizzazione terroristica di estrema sinistra, rapisce Moro. Vengono uccisi tutti gli uomini della scorta. Moro si sta recando in Parlamento dove avrebbe votato la fiducia al primo governo con il sostegno dei comunisti. L’evento viene vissuto con grande apprensione: Moro non si trova e ci si chiede se bisogna cedere alla tentazione di trattare per la sua liberazione oppure no. Le sue lettere commuovono i cittadini, ma il governo decide di non trattare. Il 9 maggio 1978 il cadavere del presidente della DC viene ritrovato dentro il bagagliaio di una Renault 4 a Roma, in via Michelangelo Caetani. È uno degli episodi più drammatici dell’intera storia italiana, il paese piange la sua guida e sa che tutto sta per cambiare irreversibilmente…
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