Turchia: “un accessorio” per l’uomo che non deve chiedere mai

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Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha dimostrato nella sua vita che il concetto di “non posso” non rientra tra i principi che gli si cuciono addosso. Perché? Non resta che scoprilo…

Hai un sogno impossibile da realizzare? Sei demotivato, triste e stanco? Passi le tue giornate a ripeterti che non ce la farai? Ebbene, d’ora in poi di qualsiasi paese, nazionalità o estrazione sociale tu sia, non sei più autorizzato a darti per vinto. Tieni a mente: se il Presidente turco ha sedato un golpe in diretta Facetime, non essendo in alcun modo imparentato con Putin, tutto è possibile. L’ex ragazzo di Rize è diventato l’uomo che non deve chiedere mai…sopratutto alle nuove tecnologie.

Recep nato e cresciuto a Istanbul era una promessa (quasi mantenuta) del calcio d’oriente, catapultato in politica in un partito che aveva tutte le premesse giuste, a partire dal nome “Giustizia e sviluppo”, premesse che si sono vanamente infrante contro la cortina del Parlamento Europeo, le cui decisioni “gli entrano da un orecchio, uscendo dall’altro”. Diventato leader di uno stato ancora indeciso sul processo di democratizzazione (grande protagonista della favola del “piede in due scarpe”), Erdogan un giorno prenota il jet e decide di lasciare il paese che inizia ad apparecchiare per il golpe. Cosa succede dopo? i topi non si sono divertiti, perché l’ex ragazzo della rivoluzione, oggi più reazionario che mai, fa dietrofront e mentre sorvola lo spazio turco indisturbato (a prenderlo di mira radar e missili nemmeno ci hanno provato, non fosse mai che dopo averlo mancato, a lanciare i dati del Risiko toccasse a lui) rimette tutti al loro posto in diretta Facetime. Buttarsi nella mischia? No, grazie, lui è uno a cui piace ballare da solo. Alcune fonti affermavano che sarebbe stata bombardata la sua casa dove si trovava in vacanza, ma nessun jet ha pensato di attaccare l’aereo dal quale comunicava e incitava muezzin e seguaci a scendere in strada. Un errore da dilettanti. Non è roba per lui.

Erdogan incarna il sogno degli idealisti votati all’estremismo che vedono in lui il simbolo della rivalsa dell’Impero Ottomano e lui al gioco ci sta. Democrazia? No grazie, che ci provino gli altri. Lui è l’uomo della censura che usa Facetime per ribaltare le sorti di una rivolta, il calciatore che ha abbandonato lo showbiz per dedicarsi al Risiko, lui è l’uomo che, in fin dei conti, non deve chiedere mai.

Photo Credits: Twitter.

Redazione

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