Dacia Maraini, il nuovo libro Vita Mia racconta la sua prigionia in Giappone
A commentare il volume durante la presentazione alla Galleria dei Miracoli il critico Daniele Radini Tedeschi
A trent’anni da ‘Bagheria’ e quindici da ‘Corpo felice’ Dacia Maraini in Vita Mia torna al racconto più strettamente autobiografico, ma con uno sviluppo complesso. La scrittrice italiana più amata parte dal piano personale e familiare per allargarsi alla realtà del campo di concentramento in Giappone. Ed è proprio qui che la Maraini fu atrocemente rinchiusa con la sua famiglia per non aver voluto aderire alla Repubblica di Salò, quindi alla cultura del paese in cui era cresciuta. Ed è proprio questo periodo buio che porta la studiosa a riflettere sui lager nazisti e spingersi a indagare la storia del contesto storico, la natura del fascismo e di quello nipponico in particolare e il valore della libertà.
“Ho avuto molte difficoltà ad affrontare questo argomento doloroso” ma “ora sento che devo farlo, vincendo una ritrosia interiore che so di condividere con molti altri ex internati”. Così scrive nelle prime righe del suo nuovo libro Dacia Maraini. Mesi di violenza, di stenti e di privazioni che ora sono finiti al centro di “Vita mia” il suo memoir pubblicato da Rizzoli.
Dacia Maraini in Vita Mia, il valore della libertà
Alla Galleria dei Miracoli, in via del Corso 528, in Roma un folto pubblico si è riunito per assistere alla presentazione di Vita Mia di Dacia Maraini, tra le più autorevoli scrittrici viventi. Il titolo del volume è il preludio a un intenso e coinvolgente racconto intimo e autobiografico. A introdurre l’incontro e commentare l’opera letteraria l’intellettuale Daniele Radini Tedeschi il quale ha affermato: “L’insegnamento del libro, a parer mio, è che l’innocenza, oggi come ieri, è sempre in pericolo. Gli ideali hanno molti nemici ed è fondamentale la resistenza. La vita degli altri si allarga solo se la si osserva con occhi grandi e compassionevoli”.
L’autrice, dopo aver raccontato dettagli sulla dura vita del campo, ha dichiarato: “Credo che per me sia stata un’esperienza di grande forza a sopportare, a cercare di sopravvivere senza umiliarsi, senza degradarsi. Questo è stato il più grande insegnamento trasmesso dai miei genitori”. L’evento, promosso e organizzato dall’Ufficio Cultura del Vicariato di Roma, in collaborazione con la Chiesa Santa Maria dei Miracoli, ha avuto i saluti iniziali di apertura del Rettore della chiesa Padre Ercole Ceriani, con il contributo del teologo Giuseppe Lorizio, direttore dell’Ufficio Cultura per la Diocesi di Roma. La Galleria dei Miracoli, diretta da Raoul Bendinelli, per l’occasione ha ospitato un ciclo di mostre improntate proprio sul tema della spiritualità e della salvaguardia dei diritti umani con la partecipazione degli artisti Arkeo, Gianni Balzanella, Christin Behrend, Franco Carletti, Carla Castaldo, Luana Gibaldi, Gaetano Piro, Jucci Ugolotti.