Afghanistan, talebani sulla lista dei terroristi alla guida del Governo
Tornano in auge gli stessi uomini che hanno combattuto e governato negli anni '90. Nessuna donna nell'esecutivo. L'Onu a Kabul per tentare di assistere la popolazione

A due giorni dal formale insediamento del governo talebano a Kabul, è atterrato, oggi 13 settembre, il primo volo commerciale internazionale allo scalo aereo della capitale. Si tratta di un velivolo della compagnia pachistana Pia che simboleggia, agli occhi dei governanti islamisti, una sorta di normalizzazione del Paese.
Afghanistan, i talebani e l’11 settembre
Gli studenti coranici hanno formalmente issato sabato il proprio stendardo sul palazzo presidenziale. Nel giorno in cui l’America commemorava le vittime degli attacchi dell’11 settembre, i seguaci dei mullah hanno sancito ufficialmente la nascita ufficiale dell’Emirato. A issare la bandiera, bianca con un versetto del Corano, è stato il primo ministro: il mullah Mohammad Hassan Akhund. Come ci si aspettava, aldilà delle dichiarazioni dei portavoce talebani, all’interno dell’esecutivo neppure una donna. Il vicecapo del Governo è Abdul Ghani Baradar, classe 1968, negoziatore degli accordi del 2020 con gli Stati Uniti a Doha.
Nella lista dei terroristi
Il nuovo primo ministro afghano figura nella lista dell’Onu di persone designate come “terroristi o associati a terroristi“. Mohammad Hassan Akhund è stato in passato consigliere politico del mullah Omar, già leader dei talebani, oltre che governatore di Kandahar e ministro degli Esteri negli anni del primo governo degli studenti coranici, tra il 1996 e il 2001. Abdul Ghani Baradar, co-fondatore del movimento dei talebani, imparentato col mullah Omar, era detenuto ed è stato liberato su richiesta degli americani nel 2018. È considerato l’artefice della vittoria militare del 1996, quando i talebani presero il potere, così come di quella odierna. Nei cinque anni di regime talebano, fino al 2001, ha ricoperto una serie di ruoli militari e amministrativi.
Aiuti alla popolazione
Nelle ore in cui oggi a Kabul atterrava il primo aereo nell’aeroporto ‘talebanizzato’ a Ginevra erano in corso i preparativi per il summit dell’Onu. Il segretario generale, Antonio Guterres (a destra nella foto), ha convocato una conferenza internazionale per ottenere dai partner mondiali 600 milioni di dollari di aiuti all’Afghanistan in crisi umanitaria. L’Unione europea confermerà gli oltre 200 milioni già annunciati. Si tratta di una cifra pari a circa 4 volte quella stanziata all’inizio di quest’anno (57 milioni). “Questo è il nostro impegno per il momento – ha dichiarato un portavoce Ue – ma continueremo a monitorare la situazione. E se ci saranno necessità aggiuntive faremo del nostro meglio per mettere a disposizione altri fondi“.
L’Onu in Afghanistan
Le Nazioni Unite hanno inviato a Kabul Filippo Grandi, Alto commissario per i rifugiati. Anch’egli è giunto oggi 13 settembre in Afghanistan. “Questa mattina sono atterrato a Kabul – ha scritto Grandi su Twitter – Durante la mia visita valuterò i bisogni umanitari del Paese e la situazione di 3,5 milioni di sfollati afgani. Sono grato a tutte le Nazioni Unite, alle Ong e agli altri operatori umanitari che stanno lavorando duramente sul campo per soddisfare tali esigenze“.
This morning I have landed in Kabul.
During my visit I will assess the country’s acute humanitarian needs and the situation of 3.5 million displaced Afghans.
I am grateful to all UN, NGO and other humanitarian workers who are working hard on the ground to meet those needs. pic.twitter.com/8i8FDuVHoa
— Filippo Grandi (@FilippoGrandi) September 13, 2021
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