Economia, produzione industriale sui livelli pre Covid
Cresce la domanda nazionale e il Pil ora fa registrare un aumento del +2,7%, ma resta molta strada da fare soprattutto per quanto riguarda i giovani disoccupati e la qualità dei posti di lavoro

Segnali incoraggianti per l’economia italiana dai dati Istat resi noti oggi 10 settembre. Nel secondo trimestre di quest’anno, il Pil ha segnato un aumento congiunturale pari al +2,7%. Un valore più accentuato di quello registrato da Francia e Germania, osserva l’Istat. La variazione acquisita per il 2021 è +4,7%. A luglio è proseguita la fase di recupero della produzione industriale. Siamo sui livelli pre-crisi, con un un ulteriore rialzo congiunturale.
Istat, il mercato del lavoro
La crescita economica ha determinato, inoltre, un miglioramento del mercato del lavoro. Vale a dire che nel secondo trimestre 2021 si è registrato un aumento significativo delle ore lavorate e delle unità di lavoro. I dati di luglio indicano un livello dei lavoratori dipendenti superiore a quello di febbraio 2020 – prima del Covid – sebbene il totale degli occupati sia ancora inferiore di 265mila unità. Ad agosto, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo – Ipca – è cresciuto del +2,6% in termini tendenziali.
Pil, la domanda interna
L’inflazione è rimasta nel complesso stabile (+0,6%). Il clima di fiducia, ad agosto, ha registrato un lieve peggioramento sia per le famiglie sia per le imprese. Per queste ultime la limitata flessione appare attribuibile a una parziale correzione rispetto ai livelli particolarmente elevati raggiunti nei mesi precedenti. L’analisi delle componenti del Pil italiano ha evidenziato un unico contributo negativo delle scorte (-0,8 punti percentuali). Il contributo della domanda interna al netto delle scorte è stato invece decisamente sostenuto (+3,1 punti percentuali). Più contenuto quello della domanda estera netta (+0,3 punti percentuali).
Istat, i giovani senza occupazione
Tutto ciò non toglie che resti alto il tasso di disoccupazione fra i giovani. Secondo i dati Istat del 1 settembre, nel mese di luglio il numero di chi non ha lavoro è sceso, a livello generale, al 9,3% (-0,1 punti rispetto a giugno) ma nella fascia di popolazione più giovane è al 27,7%. Un valore in calo di 1,6 punti percentuali su base mensile ma pur sempre troppo alto. L’economia nazionale è in ripresa rispetto al ‘profondo rosso’ del 2020, l’annus horribilis del Coronavirus e ora Governo e istituzioni cercano di favorire una crescita dei posti di lavoro. Occorre fare molto e subito.
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