America Latina, dopo ‘Favolacce’ i fratelli D’Innocenzo portano a Venezia78 un thriller psicologico
Oggi nella Sala conferenza del Palazzo Casinò, Elio Germano racconta Massimo Sisti

Massimo Sisti è il titolare di uno studio dentistico. È un uomo gentile, professionale e amato dalla moglie Alessandra e dalle due figlie: Laura e Ilenia. Vive una vita perfetta in una villa immensa nella quiete di Latina. La famiglia, è la sua ragione di vita. Finché un giorno, Massimo, non scende nella cantina della sua casa e su quella calma imperturbabile piomba l’imprevedibile: l’assurdo si impossessa della sua vita. Ma in quale modo? E soprattutto, cosa prevede? I gemelli D’Innocenzo portano a Venezia78 una storia familiare; ma questa volta raccontata attraverso un genere che enfatizza le azioni interne. Esattamente come è un thriller psicologico, laddove vede il protagonista (Elio Gemano) mettere in discussione la propria identità.
Con America Latina si chiude la lista dei film italiani in concorso a Venezia78 e con esso, i fratelli D’Innocenzo, servono al pubblico un film che racconta il disagio di un uomo. L’opposto del classico macho a cui, oggi, noi tutti siamo abituati: “Ogni volta che ci approcciamo all’amore – spiega Fabio – parliamo di sentimenti; ovvero il ricongiungersi con dei fantasmi, con delle ossessioni, con una grandissima suspense e con l’incertezza sull’avvenire. E quindi col thriller, e con tutte queste variabili impazzite”. Secondo il regista, presente oggi in Conferenza stampa insieme al fratello; ogni sentimento per decollare ha bisogno del suo contrario vicino, capace di sostenerlo, ma che a volte lo contraddica pure, perché – come racconta D’Innocenzo – la vita è fatta di contraddizioni.

America Latina è un film volutamente ambiguo e a tratti misterioso, che ama giocare un po’ con le sfumature del thriller psicologico: “Amiamo i generi perché hanno delle regole precise, ed è bene conoscerle tutte – prende parola il fratello regista Damiano – Ed è bello approfittarsi di una regola che senti che possa far decollare in maniera più rapida e potente la storia, e a girarne tante altre. E questo è il caso di America Latina”.
Elio Gemano protagonista: “La macchina da presa come strumento di indagine”
Il film presentato oggi al Lido di Venezia, pone lo sguardo sull’essere umano che è ‘costretto’ a interpretare un ruolo nella vita e nella società. Un immaginario che è quasi doveroso riempire e che spinge a delineare il profilo di un modello di vita che invade anche il femminile: “C’è una certa apertura, delicatezza e sensibilità che gli permette questa indagine interiore – spiega Elio Gemano – altrimenti avrebbe sfogato nella fisicità, nelle armi”. L’attore racconta Massimo Sisti; un profilo che ha portato a decostruzione il personaggio stesso, permettendo alla macchina da presa di entrare nell’emisfero intimo del protagonista ed indagare in quello che è per la società l’antitesi del macho.
LEGGI ANCHE: Hugh Grant, da “Bridget Jones” a “The Undoing”: l’eterno “about a boy”