Hugh Grant, da “Bridget Jones” a “The Undoing”: l’eterno “about a boy”
Icona 'british' per antonomasia, grazie allo sguardo beffardo e all'intramontabile ciuffo, compie oggi 61 anni

“Ho bloccato Hugh Grant su Whatsapp perché manda vocali di 4-5 minuti e poi sta nella chat con Sean Penn e Tarantino con cui non ho molto da dire.” Con grande disinvoltura e un pizzico di ironia – che non guasta mai – Matilda De Angelis ha parlato del collega. E lo ha fato sul più prestigioso palco italiano: quello dell’Ariston. Co-conduttrice di una delle serate del 71° Festival di Sanremo, l’interprete è stata tra i volti della miniserie The Undoing – le verità non dette.
Nello show, che ha messo d’accordo pubblico e critica, si è trovata a misurarsi con ‘giganti’ del calibro di Nicole Kidman e Hugh Grant. Quest’ultimo, in particolare, ha sorpreso il pubblico, offrendo un’inedita versione di sé, più cupa e tenebrosa. Sono dunque lontani i tempi delle commedie romantiche. L’icona british per eccellenza ha sorpreso con una performance che va dritta tra le migliori della sua carriera. Ma, in fondo, pur volendo guardare avanti, l’impacciato William Thacker di Notting Hill o lo strafottente Daniel Cleaver ne Il diario di Bridget Jones – e in Che pasticcio, Bridget Jones! – continuano ancora a incantarci. E oggi 9 settembre, in occasione del suo 61esimo compleanno, è il caso di celebrarlo.
Hugh Grant, dagli esordi al successo
Nato a Londra il 9 settembre 1960, Hugh Grant si è laureato in Letteratura inglese presso il New College di Oxford. Ben presto, tuttavia, le sue velleità artistiche prendono il sopravvento. Grazie al capello sbarazzino, di cui ha fatto un marchio distintivo, lo sguardo sornione e quella – irresistibile – cadenza british si trova in men che non si dica la strada spianata. Dopo una serie di piccole parti sul grande schermo – in Misfatto bianco di Michael Radford e Remando nel vento, Gonzalo Suárez – nel 1987 viene scelto da James Ivory come protagonista per Maurice. Il film gli fa vincere la Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia, consacrandolo a livello internazionale.
Il 1993 rappresenta per Grant un’ulteriore svolta che lo rende il simbolo definitivo della commedia romantica. In quell’anno, infatti, viene scelto dal regista Mike Newell per rivestire i panni di Charles in Quattro matrimoni e un funerale. Al fianco di Andie McDowell, il film supera di gran lunga le aspettative rendendo l’interprete, all’epoca appena 23enne, tra i più richiesti per il genere commedia. La pellicola gli apre un ventaglio di possibilità che, nel 1999, lo conducono a ricoprire il ruolo del maldestro William Thacker, libraio che si innamora della stella del cinema Anna Scott. Il film non ha bisogno di presentazioni. Notting Hill, che lo vede al fianco di Julia Roberts, è difatti una delle commedie romantiche più famose nella storia del cinema.
Da Julia Roberts a Renée Zellweger: gli “amori” di Hugh Grant sul grande schermo
Solo due anni dopo la pellicola cult, Hugh Grant ricopre un altro celebre ruolo, tra i suoi più amati – e odiati, al contempo – ovvero Daniel Cleaver nella saga di Bridget Jones. Diviso nel corso degli anni tra Julia Roberts, Rachel Weisz – con cui aveva recitato in About a boy, nel 2002 – Sarah Jessica Parker, Renée Zellweger, Nicole Kidman e la nostrana Matilda De Angelis, non sembra essere rimasto in buoni rapporti con le colleghe. Anzi, pare che quasi nessuna delle sue “compagne” sul set abbia speso buone parole nei suoi confronti. A tal proposito, in merito a Rachel Weisz, l’interprete britannico avrebbe dichiarato nel 2009: “È bella, intelligente, ma credo che mi disprezzi.” Di una tale opinione si dice sicuro anche riguardo a Julianne Moore. I due hanno lavorato insieme in Nine Months – Imprevisti d’amore (1995) e l’attrice non avrebbe lasciato trapelare sensazioni positive.
Per quanto riguarda Drew Barrymore, invece, Hugh Grant l’avrebbe portata addirittura alle lacrime. Per non parlare del suo rifiuto a baciare Julia Roberts, a causa del fatto che l’interprete “aveva una bocca troppo grande“. Insomma, Grant non si sarebbe fatto molte amicizie ad Hollywood. Ma, tra tutte, spunta un’illustre eccezione: proprio Renée Zellweger, l’intramontabile Bridget Jones. L’ex Daniel Cleaver ha ammesso, alcuni mesi fa, di essere ancora in contatto con la collega, dichiarando: “Ci scriviamo delle lunghe lettere. Lei, soprattutto: è arrivata anche a 70 pagine.” – chiosando infine – “La adoro. Credo che sia davvero un genio, oltre che una brava ragazza. Avete visto la sua Judy Garland?” Insomma, nonostante il suo carattere ‘fumantino’, Hugh Grant è – e rimane – il re della commedia romantica.
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